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M.BALDINI, Siamo tornati: licenza di sognare

di Matteo Baldini

Il ricordo di Matteo Baldini, giornalista dal 2011, di Fiorentina-Juventus 3-3 del 09/04/2005 - Stiamo arrivando, o gobbi stiamo arrivando. Si cantava così in Serie C2, si cantava così in Serie B, e si aspettava una cosa sola: quella partita, quella serata al Franchi. L'attesa ritorna ogni anno, è una legge, ma qualcosa aveva interrotto quella consuetudine fatta di mal di pancia, di nervosismi che crescono, di sfottò e di vendette sportive sognate mille volte. Quella cosa surreale iniziata nel 2001 si era arrogata la presunzione di staccare i tifosi viola dalla Partita, da quelle attese, costringendo tutto l'entusiasmo e tutti quei mal di pancia a fare un giro d'Italia inatteso e mai richiesto: Gualdo Tadino, Castel di Sangro, Gubbio, Fano e nella testa altri panorami, altri scenari. Si esultava, l'amore per la maglia non si spegneva (eppure era bianca, eppure era Florentia Viola) ma viveva in sottofondo, sempre, quella voglia di scalare, di tornare. Cosa poteva avere di speciale un Fiorentina-Juventus giocato coi bianconeri primi ed i viola persi già nei bassifondi, in quell'anno culminato poi con la salvezza ottenuta per classifica avulsa, all'ultima giornata? Ecco cos'era speciale: l'attesa, tanto coltivata e tenuta faticosamente a bada negli anni precedenti quanto pronta ad esplodere al Franchi, contro la Juve dei vari Cannavaro, Nedved, Del Piero ed Ibrahimovic. Non solo speciale ma anche surreale: tracce del recente passato viola, di quella scalata, calcavano ancora il terreno del Franchi. E quindi Cejas, Ariatti e l'eroe della promozione Fantini erano in campo, dal primo minuto, contro la corazzata di Capello. Firenze aveva voglia di sognare, i bianconeri erano lì per spegnere quei sogni. Un vortice di emozioni: l'eurogol di Pazzini fa esplodere il Franchi, dopo il brivido causato da Cannavaro pochi istanti prima, ma Del Piero è lì per disilludere e pareggia. Chiellini, attuale simbolo bianconero con ambizioni da bandiera, segna inconsapevolmente al proprio futuro, di testa, ma Ibrahimovic approfitta di un pasticcio viola e pareggia nuovamente. Dainelli, futuro capitano viola destinato ad una lunga storia con Firenze, riporta avanti la Fiorentina: è ancora un'illusione. Nel finale Ibrahimovic fa di tutto, scambia con Zalayeta, taglia con facilità la difesa viola e supera Cejas accompagnato dai fischi assordanti del Franchi. Rabbia, disillusione, frustrazione. E Ibrahimovic ad amplificare tutto coi suoi gesti, col suo invito al Franchi: fischiatemi più forte, sembrava dire. Eppure, a posteriori, quel 3-3 assume significati lontani da quella frustrazione, naturale a caldo: da "stiamo arrivando" a "siamo arrivati", dal sogno di rivivere quelle emozioni alla realtà di una serata delirante al Franchi. Di nuovo la licenza di sognare: il diritto di rivivere quell'attesa, coi suoi bellissimi mal di pancia.

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Fiorentina-Juventus=3-3