MENO IDENTITÀ E PIÙ FAME: L'ALTRA FACCIA DI ITALIANO
La Fiorentina doveva tornare a vincere a ogni costo e lo ha fatto. Snaturando leggermente il credo calcistico del proprio allenatore, terminando una gara finalmente col possesso palla concesso agli avversari in favore dei tre punti finali. Si è vista una squadra che almeno per i 90 più recupero, ha vestito la tuta operaia pur di tornare a vincere dopo i dolorosissimi tre ko di fila. Una vittoria che pesa tantissimo anche ai fini della classifica e che arriva soprattutto contro un avversario che nelle 10 partite precedenti era rimasto imbattuto.
Vincenzo Italiano, pur mantenendo chiara la propria identità, ha evidentemente chiesto a se stesso e ai suoi uomini di sporcarsi le mani, alzando il livello agonistico e lasciando da parte, almeno in questa occasione, il palleggio ostentato che nelle ultime gare non aveva dato frutti. Ha anche incartato Thiago Motta, che in questo caso, dopo tutti i meritati elogi degli ultimi mesi, ha calcolato male l'approccio alla partita, cadendo nel tranello di considerare il suo credo più utile dello studio dell'avversario. Si temeva infatti, che come chi lo aveva preceduto in campionato, avrebbe schierato una squadra votata all'attesa e al contropiede, invece ha sfidato a viso aperto una Fiorentina più esperta ed è caduto. Anche se si rialzerà, purtroppo.
Si diceva di Italiano. Anche lui ha parlato di spirito diverso. Di fame di vittoria che in altre occasioni non si era vista. Questa è la vittoria nella vittoria, aver trasformato una squadra depressa in una squadra famelica. E non si può non rendergliene merito, anzi va applaudito anche per alcune scelte che si sono rivelate decisive in senso positivo. È comunque apparso a tutti che alcune critiche dell'ultimo periodo abbiano giovato anche allo stesso tecnico, perché fin da bambini tutti sanno che il detto "sbagliando s'impara" ha un valore ad ogni età e in ogni contesto.
Alla ripresa ci sarà il Milan, non certo una passeggiata. Ma almeno questi tre punti permettono ai viola di presentarsi a San Siro con un'ottima classifica e una fiducia ritrovata dopo un trittico degno della festa horror di Halloween. Voltare pagina era vitale e avercela fatta in questo modo permetterà di lavorare con serenità ma sempre con grande fame, anche durante la sosta.