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MERCATO, Serve un'alternativa a Gilardino

di Marco Conterio

La partita con l'Empoli ha regalato pochi spunti. Un secondo portiere, Neto, mai impegnato e non testato, anche se al piede è rivedibile. Un giovane centrale, Nastasic, che gioca da veterano ma contro i pari età. Un fresco diciassettenne, Ashong, ancora acerbo per il calcio che conta. E poi Munari, per il quale resta da capire perché sia arrivato a Firenze; Kharja, che dopo le storie di treni e viaggi, ha fatto valere esperienza e tecnica, sino all'infortunio. Cerci, cavallo senza briglie e con licenza d'attaccare. Cose note, però, con qualche deviazione, poche novità, tanta sostanza che Firenze, magari non Rossi, aveva già visto. E spesso sopportato.

La certezza, però, arriva. Certificata, perché ambientamento, esami, test, erano parole tutte buone per giustificare Santiago Silva. Al primo maxi impatto con l'Italia, mini finestra col Chievo esclusa. Alla prima grande, grandissima, esperienza di una lunga e comunque onorata carriera. Il Tanque però è artigliere senza cingoli e senza cannone. Prosegue nel suo score di 0 reti, perdurando purtroppo con prestazioni al limite del gravemente insufficiente. Trovare un termine che racchiuda tutte le sue ultime prestazioni non è semplice ma possibile. Casuale. Perché Silva pressa spesso senza motivo logico, quando i compagni trottano cercando di ridisporsi sulla scacchiera. Non copre un pallone, fatica a stopparne un altro e non ha mai il tempo giusto sulla conclusione. Non c'entra, stavolta, Thiago Silva, poi. Stavolta c'erano Tonelli e Chara, due illustri sconosciuti nell'Olimpo del calcio.

Ed allora, al di là di una partita vinta neanche troppo alla leggera, dai pochi spunti tattico-tecnici, la certezza è una. Questa Fiorentina ha bisogno di un attaccante. Che non sia però il Bonazzoli, il Castillo o il Silva di turno. Un attaccante, di quelli veri. Una punta, un vice-Gilardino, un'alternativa che possa far dormire sonni tranquilli e non notti di incubi e pensieri. Gettar Silva nella mischia sperando che cambi la gara è appunto auspicio, augurio, ma non certo certezza. Lo stesso valeva per quelli del passato, s'intende. Adesso, però, con Rossi, serve un cambio di marcia, anche a livello di alternative. Perché, e la gara easy di ieri lo dimostra, ancora il neo-tecnico non si fida di Babacar. Sicché punta su quel che passa il convento, o il Corvino che dir si voglia. Però a gennaio urge un attaccante. Di quelli veri.