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MILENKOVIC È INAMOVIBILE, MA I GREGARI CONTINUANO A VARIARE

di Riccardo Barlacchi

Esistono, nella retroguardia della Fiorentina, alcuni giocatori che si possono definire intoccabili. Non perché debbano avere il posto fisso senza alcuna discussione, ma perché dimostratisi basi solide su cui costruire una squadra che possa far bene, anche in un organico come quello di Italiano, tendente al ricambio continuo. Si parla non solo di Cristiano Biraghi, nuovo capitano viola, ma anche di Nikola Milenkovic. Il serbo ha collezionato fino a questo momento 360 minuti totali (quattro partite su cinque, poiché a Genova è rimasto in panchina) in cui ha dimostrato di essere il provvidenziale nel momento del bisogno, soprattutto negli interventi difficili.

Il classe '97 - nonostante le voci estive che lo vedevano lontano dalla Fiorentina - ha mantenuto intatta la sua già confermata dote di leader, non tanto di squadra, quanto negli interventi. È stato determinante a Bergamo, trattenendo un panzer come Duvan Zapata. Ha fatto il suo dovere al Franchi contro l’Inter, contenendo la furia di Lautaro Martinez (a prescindere dalla sconfitta). A Udine dovrà rifarsi, forse, con Deulofeu.

Salta all’occhio il numero di occasioni in cui l’ex Partizan è sceso in campo con Italiano, soprattutto se si considera la frequenza con cui il tecnico ha cambiato gli interpreti in difesa: Igor (260 minuti) e Quarta (180), in questo senso, sono i due che più si stanno contendendo il posto accanto al serbo (In difesa il giocatore col minutaggio più alto è Biraghi con 450 minuti) e questo ballottaggio andrà avanti almeno fino alla prossima gara contro l’Udinese. Ciò, probabilmente, testimonia il fatto che Milenkovic sia davvero l’unica pedina inamovibile del centro difesa, o almeno colui sul quale Italiano non coltiva alcun dubbio. Tutto il resto, intorno al 4 viola, per il momento continua a variare. Resta ancora da capire se si tratti di una semplice concezione di gioco o di una normale ricerca di una quadra definitiva.