MINA E GLI ALTRI PARAMETRI ZERO: DA SCOMMESSE A RISCHI
Per adesso, causa infortunio, il giudizio non può che restare in sospeso anche se la sensazione è che su Yerry Mina (il sesto giocatore dell’era Commisso planato su Firenze da parametro zero) il voto finale possa essere in linea con buona parte dei giocatori svincolati che la Fiorentina ha tesserato negli ultimi anni. Certo, dare sentenze definitive oggi sarebbe ingeneroso (il colombiano rischia uno stop di un mese abbondante, non di un anno) eppure l’occasione già oggi sembra propizia per ricordare quello che, dal 2019 ad oggi, è stato il rendimento dei giocatori “free agent” che hanno messo le radici in riva all’Arno nelle ultime quattro annate.
Andando per gradi e partendo proprio da Ribery, si può dire che per il francese siano state due annate a due facce quelle vissute in maglia viola. L'ex Bayern era partito bene e aveva incantato nella sfida di San Siro contro il Milan ma a metà campionato un brutto infortunio subìto contro il Lecce frenò decisamente l'entusiasmo. Dopo lo stop al campionato imposto dal Covid, nonostante qualche bagliore del vecchio Franck, il vero Ribery a Firenze si è visto solo nella prima metà della stagione 2019/2020. Poco da dire sul suo secondo anno, molto altalenante. Specie se commisurato con un ingaggio da 4 milioni annui.
Dopo FR7, è stato poi il turno di Caceres e Callejon. Entrambi arrivati da grandi squadre (Lazio il primo e Napoli il secondo), hanno portato un discreto carico di esperienza in viola. Il difensore uruguaiano, tesserato nell’estate del 2019, è rimasto a Firenze per due anni fornendo discrete prestazioni ma mettendo in luce col tempo anche limiti dettati dall’età (un suo gol fu comunque importante per battere il Verona e portare la Fiorentina alla salvezza). L'esterno spagnolo invece è approdato in viola nel 2020 nel tentativo - goffo - di sostituire Chiesa ma anche nel suo caso l'età si è dimostrata un fattore determinante. Quanto a Borja Valero, il suo ritorno a Firenze ha avuto più il sapore di un meritato ritorno a casa prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo.
Menzione d'onore invece per Bonaventura, il vero affare - per costi e resa in campo - dell'era Commisso. L’ex Milan negli ultimi quattro campionati non ha mai fatto mancare qualità, esperienza e leadership e non è forse un caso che sia stato suo il gol messo a segno nella finale di Conference contro il West Ham. Il trequartista è stato un punto fermo della Viola Iachini fin dal suo arrivo a Firenze e con Italiano lo è diventato ancor di più, dimostrando che nonostante la carta d'identità il piede non invecchia mai. A Mina, smaltito il ko, il compito di imboccare il solco già tracciato da Jack.