.

MOENA, SETTE ANNI DOPO

di Andrea Giannattasio

Dapprima era stata la speranza a totalizzare le due settimane di ritiro della Fiorentina. Un sentimento che però, nel cuore delle Dolomiti, ha finito per trasformarsi prima in rabbia e infine in orgoglio. Quello vissuto dai viola a Moena è stato un vero e proprio caleidoscopio emotivo, animato dall’obiettivo di disputare i preliminari di Europa League nella prima parte e poi travolto dalle notizie arrivate dalla Svizzera che hanno lasciato spazio alle parole di Pioli (“Ci conquisteremo l’Europa sul campo”) e agli applausi di tutta la squadra, pronta adesso dopo le due settimane di lavoro in Val di Fassa ad affrontare la tournée tra Olanda e Germania a partire dal 27 di luglio.

Tutto il resto, invece, ha fatto solo da contorno. Dalla visita lampo del patron Andrea Della Valle che, tra un selfie e un autografo in Piaz de Sotegrava, ha provato a fissare gli obiettivi in vista della prossima stagione tendendo, a modo suo, una mano verso la tifoseria (tentativo non andato a buon fine, viste le dure prese di posizione di parte del tifo viola poche ore dopo), fino alle certezze arrivate dal campo, dove la parola d’ordine più volte ribadita dal tecnico è stata una sola: “Divertimento”. 

In attesa infatti che il mercato faccia il suo corso e che la squadra venga completata in tempi rapidi, Pioli in questo ritiro più che sul 4-3-3 ha preferito lavorare sull’entusiasmo dei suoi giocatori, stimolandoli a ritrovare quello spirito di spontaneità di chi tira i primi calci ad un pallone per strada. Un esperimento, questo sì, riuscito alla perfezione, a giudicare dal feeling palpabile che ha unito nell’arco di questi 15 giorni i grandi e i più giovani all’interno dello spogliatoio e che proprio in virtù di questo ha fatto aumentare a dismisura il rammarico per la mancata qualificazione alla prossima Europa League.

Non sono mancati infine anche gli spunti arrivati dal campo, visto che il ritiro di Moena è servito alla Fiorentina a mettere di nuovo in luce le sue pepite d’oro e a scovare persino qualche diamante grezzo. Chiesa e soprattutto Simeone hanno confermato le enormi qualità già fatte intravedere nel corso dell’ultima stagione, mentre Vlahovic e Montiel hanno rubato l’occhio dei tifosi per le loro giocate e la rapidità con cui si sono ambientati nello spogliatoio. Un gruppo ancora incompleto (nonostante gli arrivi in corso di Ceccherini, Gerson e Norgaard) che è pronto a ripartire con l’obiettivo di gettare ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo.