MONDIALE, Due stelle da tenere d'occhio
Due centrocampisti, due giocatori chiave delle rispettive nazionali approdate agli ottavi, due giocatori che per rendimento e qualità del loro gioco stanno impressionando in Sudafrica meritando la consacrazione definitiva nel più prestigioso dei tornei.
Il primo è lo statunitense Michael Bradley, figlio del CT Bob e perno del Borussia in Bundesliga. 23 anni da compiere ma a dispetto della giovane età possiede un senso tattico da veterano. Il suo ruolo è, o meglio sarebbe, quello del mediano incontrista ed è il compito principale che Bradley svolge sia in nazionale che nel suo club. Sta di fatto che questo giocatore, consapevole dei propri mezzi, non si limita certo all'interdizione, al pressing e al “semplice” rubare palloni. Bradley sfrutta le sue grandi capacità fisico atletiche (186 cm. Per 82 Kg.) per proporsi in appoggio alla manovra offensiva per rifinire l'azione o inserirsi a concluderla. Recentemente ha messo in mostra qualità tecniche di prim'ordine proprio nella fase conclusiva dell'azione; contro la Slovenia, prima di andare direttamente a segno per il gol decisivo, aveva ripetutamente smarcato al tiro i vari Altidore, Dempsey e Donovan. Nell'ultimo match contro l'Algeria, gli avanti americani avevano sprecato numerosi inviti del centrocampista prima di trovare il gol qualificazione al 91'.Un giocatore che pare identico al miglior Tardelli dotato di un fisico ancor più possente. Ideale il suo inserimento in un centrocampo a 3 che ne esalterebbe il dinamismo lasciandogli, all'occorrenza, la libertà di inserimento in zona gol.
Altro elemento interessantissimo è il cileno Jorge Valdivia, 26 anni, detto “El Mago”. A differenza di Bradley questo rifinitore è salito alla ribalta del mondiale da semisconosciuto. Dopo una parentesi importante nel Palmeiras, 2 anni, 93 presenze e 24 gol, è stato acquistato dagli arabi del Al-Ain dove la sua media realizzativa si è chiaramente impennata. Brevilineo, 172 cm. E' un trequartista con un grande repertorio di dribbling, questo gli permette di uscire dal pressing avversario con facilità per dare profondità all'azione con passaggi illuminanti. Un destro secco e preciso lo rende molto pericoloso dal limite dell'area. Molto rapido e abile nel nascondere palla, costringe spesso gli avversari a interventi fallosi, per questo ha modificato il suo gioco nel corso degli anni, snellendo un possesso palla fin troppo ricamato e limitandolo alla prossimità dell'area. Le caratteristiche fanno pensare più a una seconda punta da 4-4-2 ed è il ruolo per cui è nato. Il Mondiale in corso ha però dimostrato come possa essere di grande efficacia posizionato da trequartista nel 4-2-3-1 partendo davanti alla mediana con accelerazioni improvvise e imprevedibili.