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MONDIALI, Per chi tifare adesso?

di Tommaso Loreto

Storie di lacrime e di gioia incontenibile. Dea Eupalla, protrettrice dei pestipedatori, toglie e regala, senza fare sconti. A nessuno. Figuriamoci nel corso di una kermesse mondiale come quella che sta andando in scena in Sudafrica. Il problema, però, è che in questo Mondiale non è mai praticamente girato bene niente. E finisce che il tifoso incollato alla tv (principalmente quello viola) debba ingoiare anche le delusioni delle selezioni, oltre a quelle già digerite di un campionato avaro di caroselli.

Chi più, chi meno, ma quasi tutti a Firenze si erano di certo lustrati gli occhi nel vedere le prestazioni del loro Montolivo in maglia azzurra. Gilardino stentava, certo, ma il capitano viola portava alto il nome della Fiorentina e se l'Italia, invece che naufragare nelle follie di Lippi, fosse andata avanti chissà che il rapporto (freddino) fra Firenze e la Nazionale non potesse surriscaldarsi in concomitanza di qualche prestazione diversa. Poco male, devono aver pensato in tanti, di fronte all'eliminazione del baraccone azzurro. Restano pur sempre le cosidette "squadre simpatia".

Le africane per esempio, nuova frontiera del calcio e padroni di casa del Mondiale 2010. Bilancio tragico, alla fine, per quasi tutte. Con l'eccezione del Ghana la cui storia, però, è finita in modo a dir poco drammatico. Non che l'Uruguay resti sul gozzo, ma di certo quel rigore fallito da Gyan Asamoah ha lasciato a bocca aperta moltissimi appassionati. E cosa dire dell'Inghilterra di Capello (da sempre il calcio d'Oltremanica affascina e richiama milioni di simpatizzanti) o del Brasile di Felipe Melo, il cui "joga bonito" che ha stregato milioni di tifosi sembra ormai uno sbiadito ricordo?

E allora finisce che ti aggrappi all'Argentina. Perchè è la più "italiana" delle sudamericane. Perchè c'è Messi che stupisce sempre e comunque. Perchè c'è Diego Armando Maradona in panchina. E perchè quella Germania dei miracoli ricorda troppo da vicino il Bayern Monaco. Come non detto... quattro pere, Schweinsteiger incontenibile e "albiceleste" a casa. Praticamente una mazzata. Se aggiungete che ormai l'Olanda di Robben vola, e da queste parti l'orange è ormai un incubo, finisce che resta solo la Spagna (Paraguay permettendo) a poter entusiasmare. Ma attenti a non affezionarsi troppo. Questo Mondiale, del resto, continua a fare vittime illustri senza la minima pietà.