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MONUMENTALE AMRABAT. "QUALCUNO L'HA PREPARATO BENE"

di Giacomo A. Galassi

Sofyan Amrabat è l'emblema di un Marocco che scrive la storia e diventa la prima squadra africana a raggiungere la semifinale di un Mondiale. Il CT Regragui ha costruito una sorta di fortino che ha portato a subire un solo gol nelle ultime nove partite giocate dalla Nazionale africana, peraltro auto-segnato da Aguerd nella partita contro il Canada ai gironi. E Amrabat è il perno, la colonna o qualsiasi altro oggetto che spieghi la solidità in mezzo al campo di un giocatore che negli ultimi mesi si è ripreso con gli interessi quanto i primi tempi alla Fiorentina gli avevano tolto.

Non è impensabile immaginarlo Pallone d'Oro del Mondiale, riconoscimento dato a chi più di tutti ha inciso nella competizione iridata, anche se ovviamente tutto passerà da semifinali e finale che il Marocco si giocherà settimana prossima e ci sono candidati ben più quotati a vincere il trofeo individuale. I numeri del centrocampista marocchino contro il Portogallo però parlano chiaro: 8 palle recuperate, 3 tackles riusciti, 3 duelli vinti, 32 palloni giocati. Ma non bastano a spiegare la sensazione di onnipresenza che dà ai suoi compagni e soprattutto agli avversari.

I dirigenti della Fiorentina gongolano, in attesa di capire se il rapporto con i viola riuscirà ad essere anche prolungato (ha scadenza 2024 con opzione 2025) o se Amrabat dovrà già salutare i compagni nella prossima sessione estiva. Di sicuro c'è che al suo ritorno a Firenze non sarà semplice gestire le aspettative di un popolo - quello viola - che ormai dichiaratamente tifa Marocco e che si aspetterà da Amrabat lo stesso livello di prestazioni anche con la maglia della Fiorentina. 

Tenuto conto del fatto che dovrà giocare sia semifinali che finale (per il 1° e 2° posto o per il 3° e 4° è ancora da stabilire) il suo ritorno a Firenze avverrà a ridosso del rientro in campionato contro il Monza. A quel punto starà al giocatore e ad Italiano capire come fare in modo che Amrabat continui ad incidere anche sulle sponde dell'Arno.

Ma come ha detto scherzando lo stesso Italiano qualche giorno fa alla cena di squadra, "forse qualcuno l'ha preparato bene". E la speranza è che possa continuare a farlo.