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MOURINHO E PRANDELLI, Il "Diavolo" e "L'Acqua Santa"

di Marco Conterio

I DUE VOLTI DEL CALCIO - Diavolo e Acqua Santa, Inferno e Paradiso, scellerata genialità e composta intuizione. Josè Mourinho e Cesare Prandelli, storie e caratteri opposti a confronto, nella Scala del calcio. Il primo, guascone con la faccia a Robert De Niro, portoghese di Setubal, peperoncino caliente che ha infiammato tribune e sale stampa d'Italia e non. Il secondo, persona stimata dal Belpaese, uomo con stile, classe e valori profondi. Forse è per questa distanza che intercorre tra di loro che si stimano così tanto. Geni e genialità a confronto, modi di intendere calcio e vita distanti come i due Poli, vivono due realtà altrettanto diverse.

PROGETTI A CONFRONTO - Mourinho, con la sua Inter che sprizza dobloni da ogni poro, padrona d'Italia e povero diavolo europeo. Prandelli, con la sua Fiorentina che guarda al futuro con ottimismo, tra progetto, giovani rampanti e successi fai-da-te. Grande comunicatore e provocatore Josè di Setubal, composto ammannsitore d'animi il Cesare lombardo, il loro rapporto con giocatori, stampa e mondo del pallone è completamente dissimile. Il portoghese usa tanto bastone e parole ad effetto, punge e ferisce animi concorrenti e non. Prandelli preferisce parole come "gruppo" e "squadra" a termini più caldi e meno ortodossi come quelli usati da "mister non c'è nessuno migliore di me".

LA SFIDA NELLA SFIDA - Dopo ambizioni ultra-continentali contro "modesti" sogni Champions, genialità e fisico di Ibrahimovic contro fiuto del gol e istinto di Gilardino, dopo voli e parate di Julio Cesar a confronto con quelli di Frey, Mourinho contro Prandelli. La sfida nella sfida. Diavolo contro Acqua Santa. E che Dio ce la mandi buona.