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MUTU & FIRENZE, Alla fine l'amor trionfò...

di Matteo Magrini

"Certi amori non finiscono/ fanno dei giri immensi e poi ritornano". Cantava così, Antonello Venditti, tifoso storico della Roma. Non sapeva, che questa frase, stupenda, sarebbe stata la colonna sonora perfetta della storia d'amore tra Mutu e la Fiorentina. Un rapporto, un amore, che, come tutte le grandi passioni, vive di momenti di esaltazione pura, di sublime godimento, alternati a violente crisi, a litigate furiose. Firenze ed il suo fenomeno "si vivono" esattamente così, intensamente, assaporando profondamente ogni singolo respiro dell'altro. E' una storia straordinaria, quella che lega la culla del Rinascimento al numero dieci rumeno.


Arrivato a Firenze nell'estate del 2006, in piena calciopoli, sposa immediatamente la causa viola ed il progetto Prandelli. La prospettiva di giocare in coppia con Toni lo esalta, ed infatti la sua prima stagione in maglia viola è da applausi. Assist e goal grandinano su tutti gli avversari, e la Curva Fiesole lo elegge "Fenomeno". L'anno dopo il rumeno perde il suo partner d'attacco, Luca Toni, che vola a Monaco per inseguire soldi, fama e successi. Mutu rimane a Firenze, e divente l'assoluto padrone della Fiorentina. Diciotto goal in campionato, sei in Coppa UEFA, viola qualificati per la Champions League nonostante una campagna acquisti estiva decisamente blanda.

 

 

E siamo all'estate scorsa. Firenze vive serenamente il caldo afoso fiorentino, aspetta di partire per ila mare ed intanto si gode in Tv gli Europei di Austria e Svizzera. E' il 5 giugno però, quando Alessandro Moggi, procuratore di mutu, attraverso i microfoni di Sky fa sapere: "Dobbiamo incontrarci con la Fiorentina, è chiaro che il ragazzo ha offerte importanti, pari al suo valore". Il giorno dopo, Corvino, dutrante la presentazione di Felipe Melo, passa la palla ai Della Valle: "La richiesta di aumento è al di fuori dei nostri parametri, deve decidere la proprietà". Mutu, da parte sua, assicura di voler restare a Firenze.

 

 

Arriviamo ai primi giorni di luglio, e comincia a circolare la voce di un forte interessamento della Roma, decisa ad offrire 13 milioni più il cartellino di Perrotta. Gli uomini viola, da Della Valle allo stesso Mutu, rassicuranto tutti, ma da Roma Bruno Conti e Francesco Totti "gridano": "Mutu alla Roma è un sogno, averlo con noi sarebbe magnifico". Il caso esplode violentemente il 22 luglio. La Fiorentina riprende il suo lavoro estivo in quel di San Piero a Sieve, ma Adrian Mutu non c'è. Si parla di febbre, ma in realtà il rumeno è con un piede e mezzo nella capitale. L'offerta è di 19 milioni di euro per la Fiorentina e di 3,5 milioni all'anno per il calciatore. Firenze è rabbiosa, e fischia il suo fenomeno. Della Valle non ci sta, ed il 23 luglio, tramite il sito ufficiale, dichiara "assolutamente incedibile Adrian Mutu". Finisce qua, con il rinnovo a sancire il nuovo amore.

 

 

Il rapporto con i tifosi, con Firenze, però, si è incrinato. La città si è sentita tradita, per l'ennesima volta, dal campione più amato, da colui che faceva sognare. Come Baggio, come Batistuta, come Toni. Qualcuno, addirittura, non lo vuole: "Era meglio darlo via quel mercenario". In tanti, tra i vicoli fiorentini, urlano frasi di questo tenore. Mutu deve farsi perdonare, e l'occasione arriva con il preliminare di Champions. Mutu impiega due minuti a segnare. Lui si inchina, ma la Fiesole non ricambia tanto entusiasmo. La ferita è profonda, e necessita tempo per guarire. A complicare ulteriormente il compito di Adrian, arriva l'infortunio al gomito, che rallenta una preparazione già approssimativa. Il Fenomeno salta il ritorno del preliminare e l'esordio in campionato contro la Juve. La Fiorentina però si regge sulle spalle di Alberto Gilardino, entrato di prepotenza nei cuori dei tifosi viola.

 

 

Mutu torna, e segna, a Napoli, ma la squadra perde e lui appare in netto ritardo di condizione. La gente bisbiglia, commenta: "Non è motivato, andava venduto, non si tengono i giocatori per forza". Adrian incassa, e non replica. Intanto proseguno i problemi fisici. Sempre in Nazionale, Mutu si fa male al ginocchio e il versamento gli causa non pochi fastidi e lo costringe a saltare il big match con l'Inter. Contro l'Udinese il pubblico chiede di tirar fuori gli attributi e lui, dopo aver realizzato il rigore con il cucchiaio, "mostra", con le mani, di averne in abbndanza, di carattere. Le polemiche continuano. Tutto comincia a cambiare con la tresferta di Roma, anche se già con il Bayern, in Champions, i segnali erano stati molto positivi, con il pubblico impazzito per il gran goal del rumeno. Nella settimana che porta a Roma-Fiorentina, dalla capitale piovono provocazioni ed insulti verso Mutu, reo di non aver accettato la corte giallorossa. Firenze non ci sta, e si schiera a fianco del suo numero 10, che scende in campo con la fascia di capitano.


Con il Catania scoppia, definitivamente, la pace. Mutu gioca da campione ed il pubblico lo trascina, gioca con lui. "Questi tifosi sono eccezionali. Ad un certo punto ho sentito gridare uomo, e non ho perso palla grazie a loro. Sono unici". E' amore, di nuovo, la passione ha superato tutte le difficoltà, tutte le incomprensioni. Tra le mura del "Franchi" echeggia forte il grido "ohhh, il fenomeno...". Lui si inchina, Firenze gode. Di nuovo, come se niente fosse successo....