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MUTU, Una vita da predestinato

di Marco Sarti

La carriera di Adrian Mutu comincia prestissimo, da predestinato. Un’anno alla Dinamo Bucarest ed immediatamente l’Inter nota il ragazzino e lo porta in Italia. E’ il 2000 e Mutu ha soltanto ventuno anni, l’estate successiva i nerazzurri lo cedono in comproprietà al VeronaCesare Prandelli (in quel periodo allenatore dell’Hellas) capisce immediatamente il valore di quel ragazzo, gli consegna la casacca numero 10 e fa di lui un uomo prima che un calciatore. Comincià da Verona il grande rapporto tra i due che li porterà a condividere le esperienze di Parma prima e Firenze poi (senza dimenticare la calda estate del 2008, quando si dice fu proprio Prandelli ad opporsi alla cessione del rumeno alla Roma) . Nel Parma, Mutu, gioca soltanto un anno. 31 presenze e 18 gol con il club che fu di Calisto Tanzi lo rendono uno dei giocatori più in vista del panorama europeo tanto da stuzzicare la fantasia del magnate ed oligarca russo Roman Abramovich che lo porta a Londra, Chelsea precisamente. E’ il 2003 e Mutu, a ventiquattro anni, è uno dei migliori giocatori al mondo. E’ Capace di giocare da seconda punta e da trequartista con una media gol da bomber di razza. Al Chelsea comincia benissimo: 3 gol in 4 partite. Tuttavia l’aria londinese non è evidentemente l’aria di Parma o Verona, l’Adrian uomo si perde, tra qualche infortunio, festa a luci rosse e bevuta di troppo Mutu non riesce a sfondare. Nel 2004 al Chelsea arriva l’ambizioso Josè Mourinho, e la vita di Adrian cambia. Nel settembre di quell’anno, Mutu viene sottoposto ad un controllo a sorpresa dallo stesso Chelsea, l’esito è una sentenza: positivo alla cocaina. Non si sapranno probabilmente mai i motivi per cui il Chelsea ordinò e rese pubblici i risultati delle analisi, fatto sta che Mutu viene squalificato per 7 mesi dalla Football Association. Contemporaneamente il club di Stamford Bridge licenzia in tronco il rumeno, per lui si apre una vicenda di cui porta i segni ancora oggi. Mutu torna in Italia, cambia procuratore e va alla Juventus di Luciano Moggi per il tramite di un passaggio al Livorno nel 2005. Ai bianconeri il rumeno ritrova il campo, il gol e piano piano anche la consapevolezza di essere un predestinato. Eppure anche in questo caso, la sorte gli gioca un brutto scherzo: è il 2006, l’anno di Calciopoli, la Juventus sprofonda in Serie B. In quel momento un vecchio amico si ricorda di lui, quel Cesare Prandelli che lo aveva lanciato a Parma lo rivuole con se nell’avventura di Firenze, è una trattativa lampo, la Juventus è in piena crisi e svenderà il rumeno per soli 7 milioni di Euro.
A Firenze, Mutu torna predestinato, fuoriclasse, uomo decisivo. I fiorentini lo chiamano “il Fenomeno” e lui ricambia con gol e giocate in quantità. Tutto sembra andare a gonfie vele ma il 14 agosto 2008 il passato torna a bussare alla porta del rumeno: la Fifa lo multa per 13,68 milioni di sterline (17,17 milioni di euro) da pagare al Chelsea. E’ la multa più salata e alta di tutti i tempi. Gli ultimi due anni del Fenomeno di Calinesti sono pieni di alti (pochi) e bassi (tanti): Mutu si infortuna spesso e si fa notare più per le vicende extra campo invece che per i gol e per le giocate. Il suo secondo annus horribilis (dopo il 2004) è il 2010. Tutto comincia il 23 gennaio, un comunicato del Coni annuncia che Adrian Mutu è trovato positivo alla sibutramina. La squalifica arriverà due mesi dopo e sarà una mazzata, fuori per 10 mesi, fino ad ottobre. Rientrerà a Catania dopo l’ennesima polemica innescata da un suo "alterco" con un barista di un noto locale fiorentino, le cui conseguenza ancora devono essere chiarite dalla magistratura. Siamo ai giorni nostri, Mutu il 5 gennaio, complice il suo vecchio procuratore, si allontana inopinatamente dalla rifinitura per la partita di Bologna e viene messo fuori rosa. Poi la redenzione, l’ennesima, avvenuta nei fatti nei giorni scorsi e formalmente ieri attraverso il comunicato ufficiale dell’ACF Fiorentina. Mutu torna in squadra, si allena col gruppo e sarà disponibile per la partita di Parma. Mutu di nuovo un giocatore fondamentale per Firenze e per la Fiorentina.

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