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NEL BENE E NEL MALE

di Tommaso Bonan

Nel bene e nel male. Il titolo, mai come in questo caso, si presta bene per descrivere il cammino di Nikola Kalinic. O, se vogliamo, l'ultimo periodo con la maglia viola. Del resto, spesso il confine tra la delusione e la gioia nel calcio è sottile. Facile passare dall'euforia all'amarezza, soprattutto in certe serate.

Come quella contro la Juventus, che poteva regalare ai posteri un ricordo indelebile per i colori viola, ma che invece verrà archiviata (come spesso capita, purtroppo) sotto la voce "occasione perse". Grande, grandissima quella sprecata da Kalinic, autore del momentaneo pareggio ma allo stesso tempo protagonista in negativo col rigore sbagliato. O, come sarebbe più opportuno dire, parato da Buffon. Perché il calcio è anche questo, e quando le cose sono destinate a non andare bene, nella maggior parte dei casi... non vanno bene. Perché quella palla, calciata bene (altroché), forse doveva per forza impattre contro un portiere in stato di grazia, baciato dalla fortuna anche pochi secondi dopo in occasione della traversa (guarda caso colpita sempre dall'attaccante croato).

Un vero peccato. Che però lascia uno spiraglio positivo per queste ultime tre gare della stagione. La flessione di Kalinic, che ha acuito il momento negativo della squadra in generale (o viceversa?), potrebbe insomma aver terminato il suo influsso negativo. In un finale di stagione forse non più tanto carico di motivazioni collettive, ma comunque utile per accrescere il bottino personale di un giocatore assoluto protagonista di questo campionato. Come detto, sia nel bene che nel male.