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NEL LIMBO

di Tommaso Loreto

Non fa più nemmeno troppo rumore il sassolino che Tomovic si toglie da Verona, sponda Chievo. Gli addii, in casa viola, non sono mai stati il piatto forte, uno più uno meno ormai la differenza è relativa. Così come è relativo il limbo in cui tutti, gioco forza, si ritrovano. Da un lato la squadra giovane sulla quale nutrire speranze di crescita grazie all'allenatore, dall'altro la società impegnata nella gestione di una stagione, la prima senza Europa dopo un bel po', per niente semplice. 

Da una parte e dall'altra, cioè, l'assenza dei Della Valle detta l'incertezza del tempo. Rendendo l'annata della Fiorentina non solo indecifrabile ai blocchi di partenza (ed è meglio non viaggiare troppo il pensiero, al momento, provando a stilare classifiche teoriche) ma persino difficile da inserire nella ultra decennale storia viola della famiglia proprietaria del club. Ancor di più in un'ottica che voglia essere un minimo futuribile. D'altronde, con la posizione assunta dopo il comunicato, è il vertice a lasciar vuoto il posto. 

In questo stato intermedio, al netto delle prime due sconfitte stagionali, riprende il lavoro di Pioli con un gruppo ormai quasi al completo. Da Verona in poi la sua squadra è a caccia di risultati ancor prima del gioco, di fiducia nei propri mezzi con anticipo rispetto a quanto racconterà la classifica alla prossima sosta. Serve abbandonare la casella 0, evitare sindromi varie e possibilmente rimediare un pizzico di ottimismo, quanto meno in termini tecnici o più semplicemente sportivi.