NEL SEGNO DELLA DOPPIETTA
Se Garibaldi è passato alla storia per la sua leggendaria frase “O si fa l’Italia o si muore”, c’è da scommettere che nel suo piccolo anche Matias Vecino voglia ritagliarsi una pagina importante all’interno dell'epopea della Fiorentina. Certo, i due profili sono imparagonabili eppure non è del tutto assurdo adattare la frase dell’Eroe dei due mondi al centrocampista viola, protagonista che non t’aspetti del successo di sabato sera contro l’Inter. “O faccio doppietta o non segno proprio” è il motto ironico che potremmo coniare per l’ex Empoli, capace di regalare due preziosissimi vantaggi contro i nerazzurri (rete dell’1-0 e del 3-2) grazie ai suoi inserimenti. Un’arma a dir poco micidiale, che raramente Vecino in questa stagione è riuscito a sfruttare, se si pensa che il primo gol di sabato è stato frutto del suo 50° esatto tiro in porta in questo campionato.
Una conferma di tutto ciò, giusto per rendere l’idea, si allinea a quello che è stato l’epilogo della passata stagione. Nell’ultima di campionato contro la Lazio, infatti, Matias trovò le sue prime reti in maglia viola grazie ad una doppietta che permise alla Fiorentina si sbancare l’Olimpico (da qui, dunque, il motto alla garibaldina), sfatando nel contempo dopo tanti mesi il tabù in zona gol che si portava dietro da inizio anno. Vecino infatti - esattamente come fino a sabato sera - fino all’ultimo turno deteneva il triste record di giocatore con più tiri verso le porte avversarie (poco meno di cinquanta) e zero reti. Un primato che l’uruguagio ha deciso tanto contro i biancocelesti quanto contro l’undici di Pioli di spazzare via nel modo che più gli è consono. Siglando una doppietta. Altrimenti, Matias lo sa bene, non vale.