.

NESSUN RIMORSO

di Dimitri Conti

"Nessun rimpianto, nessun rimorso", recitava una delle canzoni d'amore di maggior successo degli anni '90. E più o meno questo staranno pensando Freitas e soprattutto Corvino, in vista dell'incontro che andrà in scena domenica prossima con una vecchia conoscenza dell'ambiente quale Nikola Kalinic. Il croato nella scorsa estate è salpato definitivamente da Firenze, dopo i tira e molla già avvenuti con la Cina nella precedente sessione invernale, per accasarsi al tanto agognato e così a lungo inseguito Milan. Lasciava la Fiorentina con in dote 33 gol e 11 assist realizzati in 84 apparizioni, ed una media gol complessiva che raccontava di una rete segnata ogni 187'. Poco più di due partite, un dato non unico nel suo genere ma comunque più che discreto.

Nella sua prima stagione in rossonero però le cose sembrano essere iniziate con un passo decisamente differente. L'attaccante croato ha trovato infatti notevoli difficoltà d'ambientamento, date anche dall'impazienza con la quale sono state accolte le sue rivedibili prime uscite con il Diavolo, e pure da un episodio che fece irritare la tifoseria rossonera: fischiato al momento della sua sostituzione in Milan-Torino del 26 novembre (c'era ancora l'altro ex viola Montella sulla panchina), Kalinic rispose con un applauso ironico. Da lì un rapporto decisamente in salita, che non ha più trovato un momento nel quale la strada scendesse. Se i sostenitori del Milan avessero voluto, avrebbero potuto chiedere lumi ai tifosi viola su alcune intemperanze caratteriali del giocatore. E per farlo non sarebbero neanche dovuti andare così indietro: bastava riavvolgere il nastro a pochi mesi prima e alle "scappatelle" del croato dal ritiro estivo di Moena con i viola.

Nonostante il Milan abbia raggiunto l'Europa League e la Fiorentina ormai praticamente veda le sue chances di farlo tendere inevitabilmente allo zero, la sensazione di rimpianto, o rimorso che si preferisca, per l'addio di Kalinic è praticamente inesistente. A maggior ragione se poi si valuta come sia stata rimpiazzata la sua partenza: in squadra è infatti arrivato quel Giovanni Simeone che a 22 anni ha già quasi eguagliato il record di 15 gol segnati da Kalinic nella scorsa Serie A, fermandosi a sole due lunghezze di distanza e superando invece di un gol il rendimento offensivo del croato nella sua prima stagione fiorentina, che lo vide fermarsi a quota 12. Dalla sua, in più, l'argentino ha pure l'anagrafe, dato che lui è un classe '95 a dispetto dei sette anni in più di Kalinic. A fortificare ulteriormente questa impressione è il futuro già incerto di Kaligol - uno dei suoi nomignoli nella Fiorentina - nel Milan, che lo vorrebbe già cambiare casacca nella prossima estate. Per lui le occasioni di redenzione sono praticamente finite, ne resta una sola. Che potrebbe assumere un sapore tutto speciale per lui, dato che nel mirino c'è l'ex squadra, che in questo senso (incontri con il passato, vedi pure Berna) tende spesso a concedere la grazia. Ma comunque vada, gol o non gol, vittoria o sconfitta, le scelte sono state fatte e in viale Fanti si è deciso di guardare al futuro. Piuttosto qualche dubbio può sorgere sulla gestione, e successiva sostituzione, di un altro ex viola oggi scontento, e al centro delle polemiche, come Babacar. Ma questa è un'altra storia...