NO PANIC
Calma e, possibilmente, sangue freddo. Quel che resta dopo un sabato di dichiarazioni è che, infondo, le parole se le porta via il vento. E che il gioco del "tutti contro tutti" non porti assolutamente da nessuna parte. Per cui, questo il nostro augurio, si vada subito oltre il fuoco incrociato di accuse e si scelga, finalmente, strategie diverse. Per tutti i protagonisti coinvolti, nessuno escluso. Senza soffermarsi troppo su quelle parole che, come detto, se non seguite dai fatti lasciano il tempo che trovano.
Senza voler entrare nel merito, quel che è andato in scena oggi, di certo, non fa il bene della Fiorentina. E questo, forse, è l'aspetto più preoccuante per i tifosi che, adesso, non possono far altro che interrogarsi su che tipo di futuro possa attendere questi colori. Il passo indietro sulla cittadella, di fatto, riporta a galla interrogativi pesanti su quello che vorrà fare la Fiorentina nei prossimi anni. Di certo, a giudicare da quel da più parti sentito, il gap con le "grandi" non potrà essere colmato.
E' a tratti comprensibile l'esaurimento delle scorte di pazienza in casa Della Valle. Due anni per rispondere ad un progetto abbozzato. Due anni nei quali è stato detto di tutto, tranne la semplice verità. Che la città ha altre priorità, e che gli spazi e le esigenze di Firenze non consentono, quantomeno a Castello, l'esistenza anche solo ipotetica di una cittadella viola. Certo c'è bisogno di uno stadio nuovo, e l'intervento del Sindaco può anche essere visto come l'unica nota lieta di giornata. Certo è apprezzabile l'apertura della regione nei confronti di un'altra zona per la cittadella. Ma quel che non si capisce è perchè, semplicemente, le istitizioni, e i Della Valle, non possano parlarne pragmaticamente. In altri termini, andando ai fatti. E alle ipotesi concrete.
Perchè fra un discorso e l'altro il tempo è passato, e anche la pazienza di chi si era detto disposto ad investire può esaurirsi. Detto questo, però, la Fiorentina, e in particolare i Della Valle, cerchino anche di vivere meglio quel che è la critica. Dai riferimenti alla stampa arrivati ieri, si desume un sentimento fin troppo eccessivo di accerchiamento. La Fiorentina a Firenze è quanto di più caro possa esistere. Tutti ne parlano, tutti vogliono sapere. Così come per i principali club della Serie A esiste una reale pressione da parte dei media a carattere nazionale. E questo, di certo, resta un privilegio. Anche se da pagare con lo scotto delle critiche. Certo pepate, talvolta nude e crude, ma pur sempre rientranti nella logica di un mondo, quello del calcio, che questa proprietà ormai conosce da quasi 10 anni.
In conclusione l'auspicio è che le strade percorse fin qui dalle parti coinvolte, Fiorentina e istituzioni, possano incrociarsi in virtù di una rinnovata e reale spinta alla crescita del club viola. Perchè quel che soltanto qualche mese fa era un gruppo che sognava, oggi rischia di ritrovarsi schiacciato da un clima ogni giorno più catastrofico. Si cerchi, per il bene della Fiorentina e dei suoi tifosi, di anteporre prima di tutto il bene di quel colore viola ai blocchi istituzionali dettati da difetti di comunicazione (politica e non) e, al tempo stesso, anche a quel pizzico di permalosità che, forse, eccede il reale esercizio di quella critica che, a Firenze in particolar modo, è semplicemente insita nella natura.