NON C'È DUE SENZA TRE
Il forfait era nell'aria. Anche perchè, al di là della voglia di recuperare, Jovetic non si era potuto allenare praticamente mai con i compagni di squadra. E del resto, già nella giornata di ieri, il fatto che il montenegrino non fosse con il gruppo di Montella aveva già fatto intendere che l'assenza dal campo si sarebbe dovuta allungare. Dieci, quattordici giorni la prima diagnosi per il problema al polpaccio. Almeno una settimana in più il tempo reale per rientrare, in virtù di un sovraccarico sull'altra gamba dettato dal tentativo di esserci contro l'Atalanta.
Dev'essere stato proprio in quel momento, nello specifico sabato scorso, che i tempi di recupero per JoJo si sono allungati. Eppure, tra le tante novità di questa stagione c'è anche quella di una dipendenza dal montenegrino di fatto inesistente. Lo raccontano i sette gol segnati, e la stessa autonomia di questa squadra da quello che resta comunque il giocatore di maggior valore. Non che sia meglio dover fare a meno di Jovetic, questo sia chiaro, ma almeno sapere che c'è chi segna lo stesso consente di partire per Torino con intatte speranze.
Le stesse speranze che i tifosi nutrono in Montella e nel suo modo di far giocare la sua squadra. A rivedere le ultime due settimane trascorse in casa Fiorentina verrebbe da chiedersi persino chi si è accorto dell'assenza di Jovetic. Forse quasi a far pensare che, in assenza del gioiello più prezioso, la squadra sappia comunque sopperire con il gioco e con i gol dei centrocampisti o dei difensori. E così, aspettando di rivedere Jovetic in campo magari in Coppa Italia, ecco che alla vigilia della trasferta a Torino le preoccupazioni possono addirittura affievolirsi. Infondo se i viola hanno vinto le ultime due volte senza JoJo, potrebbero pure riuscirci una terza. Come si dice, non c'è due senza tre.