NON C'È POSTO PER I RAZZISTI: FINALMENTE SI PASSA AI FATTI
Nessuna rimozione, non si può far finta di niente, il silenzio non è roba di Firenze e non appartiene certamente al corso di questa Fiorentina. Dopo l'episodio degli insulti razzisti a Koulibaly, apostrofato "scimmia" mentre si apprestava a chiudere l'intervista del post-partita, la presa di posizione del club viola non è tardata ad arrivare e va applaudita per fermezza e precisione comunicativa. "La Fiorentina esprime la più ferma e dura condanna per gli episodi di razzismo avvenuti ieri nel corso della partita contro il Napoli (...) Il club ha già messo a disposizione della questura tutte le immagini video e tutti gli strumenti in proprio possesso perché vengano individuati i colpevoli (...) Una volta identificati, sarà cura della stessa Fiorentina proibire loro l’accesso allo stadio, auspicandosi medesimo impegno da parte di tutte le società". Tre concetti chiave: condanna, reazione e coinvolgimento.
Non si può non pensare che a un uomo con il trascorso di Rocco Commisso la notizia abbia dato tremendamente fastidio. Ecco perché, già nel post-partita, il dg Barone si è precipitato negli spogliatoi del Napoli per scusarsi con chi era stato coinvolto da certi cori e porre le immediate scuse, ribadite poi nella nota che le ha trasformate in una questione di coscienza, in una condanna senza appello che ha portato immediatamente al passaggio verso il secondo dei tre concetti chiave, l'immediata reazione che segue all'azione. In sinergia con la Questura, la Fiorentina fornirà i video a propria disposizione per aiutare nel lavoro di identificazione, al quale seguirà l'esclusione di chi si è macchiato del gesto, seguendo e marcando in tal senso l'esempio dato dalla Juventus nell'aver trovato l'autore delle vergognose frasi rivolte al portiere Maignan in occasione della sfida al Milan. Perché l'immagine di Firenze non può essere macchiata dai gesti di alcuni singoli individui.
Da non sottovalutare anche il terzo concetto, quello del coinvolgimento. Dopo aver preso coscienza dell'increscioso avvenimento, c'è però lo sguardo non disinteressato di chi sa di non avere l'esclusività del problema, per quanto grande o piccolo (nel senso numerico, di persone coinvolte effettivamente) possa essere stato. D'altronde se a Bergamo una bella fetta di curva appella Vlahovic come "zingaro" (corrediamo noi il passaggio solo abbozzato dalla nota viola) e nessuno ha sentito niente fuorché il nostro inviato e qualche altro collega, o quantomeno nessuno tra i delegati di Lega Serie A, è evidente come siano da fare dei passi in avanti su tutta la linea. Non può e non deve esserci più posto per razzisti e razzismo, senza discussioni e senza distinzioni: dato che alcune società, tra le quali oggi c'è anche la Fiorentina, stanno iniziando a dare un esempio pratico dopo anni in cui si è "affrontato" il problema - le virgolette sono più che necessarie - con una vergognosa superficialità, non è più possibile lasciare nulla al caso e neanche pensare di poter fare figli e figliastri. Anche da questo passa la crescita della credibilità del calcio italiano.