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NON MOLLARE MAI

di Tommaso Loreto

Erano passati appena 80 secondi dal fischio d'inizio quando Mascara ha trafitto Frey. Una doccia gelata che, seppure la primavera sia già cominciata, ha raffreddato tutti gli entusiasmi gigliati. E più che la Fiorentina provava a trovare il pareggio e più che sembrava che la porta catanese fosse stregata. Un po' tutta la notte viola in Sicilia, per la verità, è stata stregata. Ma al fischio finale resta ancora qualcosa da difendere. Da tutelare. Da non gettare nel dimenticatoio pensando al domani. Perchè la Fiorentina, al di là delle pecche, non meritava di certo la sconfitta. E perchè, anche in virtù degli altri risultati, il quadro non è poi così diverso dalla vigilia della trasferta etnea. E' mancata la giusta precisione sotto porta, e un pizzico di fortuna, ma i viola hanno dimostrato di esserci ancora. A cominciare da Jovetic, ottimo il primo tempo prima di un calo nella ripresa, e da Babacar, ancora una volta entrato subito nel vivo della gara. 

Certo, se già la strada era in salita, adesso per i viola la rincorsa all'Europa diventa una vera e propria scalata. Ma così come serviva vincere prima, adesso l'obiettivo non cambia. Raggranellare più punti possibili nelle prossime otto gare prima di poter stilare un bilancio finale. Questo deve fare la Fiorentina, senza farsi condizionare troppo dall'opportunità o meno di pensare al sogno quarto posto. Un po' come in una maratona, adesso, per i viola non ha troppo senso tenere il conto di quanti avversari superare. Serve solo e soltanto non perdere il passo, tenere duro, e possibilmente raddrizzare la mira in vista del prossimo turno di campionato. Al Franchi contro l'Udinese. Quando, come del resto accaduto stasera, tutto può accadere anche nel giro di pochi minuti. La voglia di fare bene, a Catania, si è vista, così come a tratti si è visto del buon gioco, manca quel pizzico d'incisività in più che anche i rientri di Marchionni e Vargas potrebbero presto regalare.