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(NOSTRA) MAXIMA CULPA

di Tommaso Loreto

Pentitevi! Pentitevi perchè peccatori! E scusatevi! Con tutto lo stivale pallonaro, per quanto accaduto domenica al "Franchi". Il day after del Tagliavento show ci regala una pioggia di sconcerto, valanghe di dure reprimende e uno tsunami di retorica. C'è chi considera i tifosi viola dei "bambinoni isterici" ingrati e inqualificabili per i fischi all'ex capitano Montolivo, come per esempio capita di leggere sul principale quotidiano politico d'Italia (la cui sede, casualmente, è pero sita a Milano). C'è stato, invece, chi ha tirato in ballo una "tribuna del disonore" (l'ha fatto il principale quotidiano sportivo italiano la cui sede, anche in questo caso, è casualmente in quel di Milano, almeno fino alla vendita della stessa per motivi economici). Un inferno dantesco nel quale sarebbe andata in scena una rissa da far west con l'ad rossonero Galliani vittima di un assalto ingiustificato dai bambinoni di cui sopra, intenti a scavalcare il settore della tribuna autorità. Praticamente un film horror.

Nel mezzo, poi, ci sono le ferite di un Diavolo danneggiato dai regali di Tagliavento (eppure lo stesso quotidiano che dipinge la tribuna Vip come il Vietnam, certifica il rigore su Ljajic) e la lezione di vita che Riccardo-Immanuel Kant-Montolivo ha regalato a una città intera (almeno così lo disegna l'obiettivissimo canale ufficiale rossonero), soffiando palla a un Pizarro impazzito e realizzando un gol d'inestimabile difficoltà, a coronamento di una prestazione che, da sola, sembra adesso preludere persino alla consegna del Pallone d'Oro. E più di tutto il resto il bieco assalto a quel dirigente rossonero, nonchè Vice Presidente di Lega, che tra un campionato falsato e l'altro si diletta in conferenze stampa nelle quali non sono ammesse domande scomode (ricordate la presentazione di Balotelli e la questione della "mela marcia" di Berlusconi? No? Bene, allora riguardatevi il video che trovate in coda a questo pezzo e fatevi un'idea del modo di fare...e già che ci siete buttate un occhio anche sulla stretta di mano finale tra Balotelli e l'amico Viviano, così giusto per completezza).

Firenze, perciò, rifletta. Si fermi a meditare sulla domenica di ordinaria follia, e passi sopra al fatto (smentito sia dai giornali, che dal Milan stesso) che il malcapitato Galliani se la sia rifatta persino su un bambino troppo tifoso e troppo ironico nei suoi commenti. Valuti i consigli che arrivano dal civilissimo Pulvirenti che a Catania, (dove i torti arbitrali sono all'ordine del giorno, anche a favore del Milan) ha sempre mantenuto il fair play, tanto che a Galliani, in quella domenica, andò nello stesso modo... O quelli del Mezzaroma di Siena evidentemente non più sommerso dalle scommesse, o ancora dall'ineffabile Presidente di Lega pluriconfermato al suo posto (e chi lo smuove?) che ha richiesto pene severe. S'interroghi Firenze, su cosa ha combinato nel giorno in cui arrivava il Milan. Il club più titolato al mondo che, soltanto nelle ultime due settimane, ha prima lodato Montella e la Fiorentina come concorrente più pericolosa per il secondo posto salvo poi indignarsi di fronte alle porte chiuse di Cagliari tirando in ballo un "regolare svolgimento del campionato falsato" (ma chi mai resterebbe al tavolo di un gioco se lo considerasse veramente falsato?).

E mentre nessuno, in casa viola, ha speso una parola sui danni di Tagliavento (chissà come avrebbero reagito Moratti e Stramaccioni...) evitando anche di rispondere alla miriade di provocazioni fangose rovesciate dai media più in vista, la stessa Firenze provi a darsi una risposta finale, senza nemmeno interrogarsi troppo su quanto accaduto (al solito) a Roma per il derby.

Che sia questo, in questo paese, il trattamento riservato a chi si schiera contro l'arroganza dei più forti? Che sia questa la fine che spetta a coloro che non accettano di vedere un campionato falsato sì, ma semplicemente perchè si sbaglia sempre in un'unica direzione, cioè quella dei più potenti?


Galliani, Balotelli e la domanda sulla mela marcia


Lo sportivo Balotelli, a fine gara, con Viviano