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OPERA CORALE

di Tommaso Loreto

E' di nuovo in zona europea la Fiorentina. Finisse oggi la stagione, i viola potrebbero già preparasi ai turni preliminari forti di una classifica che vede le finaliste di Coppa Italia (Juve e Milan) precedere la squadra di Pioli. Due punti di vantaggio che oggi sembrerebbero persino inspiegabili se non fosse per il ruolino di marcia della Fiorentina completamente stravolto.

Dalla vittoria con il Chievo in poi è arrivato un solo gol al passivo (Belotti a Torino) e la bellezza di altri nove gol segnati oltre al tiro da tre punti di Biraghi, un terzo dei quali con la firma del Cholito. Un cambio di passo realizzativo certamente dettato dalla crescita di Simeone, ma anche una difesa che si è fatta invalicabile. Non aveva incassato gol nell'ultima gara con il Capitano in campo, non le è praticamente più successo da quel momento in poi.

Escluso il momentaneo pareggio del Toro, del resto, Pezzella e Vitor Hugo hanno chiuso a chiave una retroguardia che poi Sportiello ha sigillato con parate a ripetizione. Un duplice segreto nel quale la stessa cerniera di centrocampo ha fatto il proprio dovere, nonostante l'assenza di Badelj e grazie all'exploit di Dabo.

In qualsiasi modo si voglia leggere il percorso della Fiorentina dalla fine di febbraio a oggi, che sia con i numeri, con le prestazioni collettive o dei singoli, non può sfuggire un'opera corale che ha determinato le vittorie in serie, uno spirito di gruppo forgiato dal dolore e cresciuto partita dopo partita.

Coltivato e coccolato da un tecnico che ha guidato i suoi ragazzi quasi come un padre nel momento della perdita più difficile da accettare. Un'impresa che oggi è già tale, a prescindere da quale sarà il traguardo finale.