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ORA SIMEONE RISCHIA DI DIVENTARE UN CASO

di Sonia Anichini

Giuro che d’ora in avanti chi mi dice che Chiesa è egoista, lo tratto male! Non riesco a dimenticare quell’azione che avrebbe potuto regalarci la vittoria contro la Roma e penso che me la sognerò stanotte. Siamo, perché tutti i fiorentini hanno avuto sicuramente la stessa reazione, rimasti con le mani nei capelli a disperarci per il patatrac che i nostri ragazzi avevano fatto. Chiesa si trova faccia a faccia col portiere romanista e, invece di insaccare il due a zero per la Fiorentina, sente l’obbligo morale, la voglia di aiutare l’amico attaccante a secco di gol da tempo, fa quello che crede un gesto di altruismo da medaglia al merito e cosa succede? Simeone non capisce il passaggio e rimane basito, una statua e la possibilità di raddoppiare svanisce accompagnata da uno stadio che dice parolacce!

Non è semplice per la Viola andare in gol e di occasioni limpide e ben costruite non ne vediamo da tempo e quindi la rabbia per l’errore commesso è ancora maggiore anche perché si è poi realizzata quella maledetta profezia che recita “gol mancato, gol subito”. Non è successo subito dopo, ma siamo rimasti col fiato sospeso perché con le grandi squadre, anche se non in perfetta forma, sai che non puoi stare tranquillo fino al fischio finale… e purtroppo così è stato! La preoccupazione derivava anche dal fatto che farci pareggiare dopo essere andati sull’1 a 0 era già successo col Cagliari e col Torino e ieri pure con la Roma. Anche basta!

C’è inoltre da notare come nelle ultime partite interne (Atalanta, Cagliari, Roma) per andare in vantaggio abbiamo avuto bisogno di un rigore, ce ne fossero in tutte la partite, ma evidenzia come sia complicato arrivare a rete per la nostra squadra. Sono d’accordo con Pioli quando dice non è obbligatorio che segni Simeone, ma basta che qualcuno lo faccia. Appunto, ma se non segna Veretout su rigore e non si inventa bomber Benassi, non sappiamo a quale santo votarci. Il Cholito contro la Roma forse non si aspettava quell’assist di Federico, ma non farsi trovare reattivo, non accennare a buttarsi su quel pallone, grida ancora vendetta. Mi dispiace moltissimo tutto questo scetticismo sul numero 9, penso che Bati ieri in tribuna l’avrebbe buttata dentro anche con le caviglie rovinate, ma purtroppo da lui ci aspettiamo i gol e la pazienza comincia a scarseggiare. Se si fosse vinto forse si poteva sorvolare sulla figuraccia davanti a Olsen, così resta l’amaro in bocca.

Le squadre più forti che abbiamo finora affrontato non sono mai sembrate al top della condizione, ma non siamo riusciti che a raccattare un punto con i giallorossi al Franchi. La vittoria sarebbe stata terapeutica e avrebbe ridato smalto e sicurezza ai nostri ragazzi, ai quali comunque non possiamo che plaudire per l’impegno che mettono in campo consci però del loro singolo valore, dei loro pregi e dei loro difetti. Fra questi ribadisco che per me non deve più entrare l’accusa di egoismo per Chiesa, che se avesse pensato a se stesso forse ora facevamo ben altri commenti.

La Signora in viola