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ORGOGLIO

di Dimitri Conti

Difficilmente si troverà, all'interno della cerchia di tifosi della Fiorentina - ma non solo -, qualcuno che stia pensando alla gara contro il Benevento. La ferita causata dal vuoto lasciatoci dalla scomparsa di Davide Astori è ancora aperta, ed è impossibile che si rimargini entro domenica a pranzo, momento in cui la Fiorentina tornerà in campo contro la compagine sannita. Che, dal canto suo, tramite le parole espresse ieri dal tecnico De Zerbi, ha fornito un punto di vista piuttosto chiaro sulla questione: i campani non avrebbero voluto, e tuttora non vorrebbero, giocare la gara di Firenze. Tutto troppo delicato per pensare ad un pallone che rotola e alla mera conquista dei tre punti.

Ma il calcio, così come la vita, va avanti. Per quanto difficile - ed è un eufemismo - possa essere per coloro che fino alla tragica notte tra sabato e domenica vivevano la quotidianità dello spogliatoio con la Luce, parole di Badelj a nome di tutti, che si è spenta nella vita terrena, ma che dovrà continuare ad accompagnare giocatori e tifosi della Fiorentina da qui all'eternità. Auspicando la comparsa di un bandierone ritraente l'indelebile sorriso di Davide che diventi presenza fissa nella curva viola d'ora in avanti, sull'impronta di "Onora il padre" dedicato ad Antognoni, anche i giocatori dovranno tenersi sempre dentro il ricordo e l'esempio fornito da Astori.

Proprio questo è stato il tasto toccato ieri da Diego Della Valle quando ha parlato alla squadra all'interno del centro sportivo, una volta concluso l'allenamento in programma. DDV ha voluto rincuorare i ragazzi, visibilmente e comprensibilmente shockati dall'accaduto e dagli strascichi vissuti negli scorsi giorni, andando però al contempo, nel tentativo di portare una scossa positiva, mettendo al centro del discorso un concetto fondamentale: orgoglio. Il lutto non sarà facile da elaborare, per nessuno. Ripartire però sarà necessario, un dovere. Per non dilapidare l'esempio lasciatoci in eredità da un grande uomo, ancor prima di un grande calciatore, quale Astori. L'aver giocato insieme ad un campione di valori, ancor prima che di pallone, capace di smobilitare 20.000 persone tra camera ardente e funerale in Santa Croce, deve dunque essere fonte di forza per i ragazzi in maglia viola. Parole di Diego Della Valle, ma sono più o meno quelle nelle menti di tutti noi.

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