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OTTIMISMO, MA CESARE SCHERZA? QUEL RISCHIO TANTO TEMUTO

di Sonia Anichini

Sinceramente non mi capacito, non so perché in casa Fiorentina non adottino il principio di non parlare o almeno di non buttare benzina sul fuoco di una tifoseria molto ma molto arrabbiata. Mi spiegate voi, visto che Cesare penso non possa farlo, per quale recondito motivo gli è venuto in mente di dire che lui è “più ottimista adesso di un mese fa”? Non ho letto però le motivazioni che confortino questa sua singolare esternazione, anzi ho trovato le solite arrampicate sugli specchi tipo le assenze importanti per la nostra rosa. Se poi un allenatore ottimista si pone il dubbio amletico sugli errori in difesa non trovando la risposta fra cali di tensione e valutazioni tecniche, siamo nel panico. Che Prandelli mi scusi, ma non riesco a trovare consolazione nel punto acchiappato in extremis dopo una gara che era fondamentale per il nostro campionato.

Se non vinciamo in casa contro il Parma penultimo in classifica, con chi dobbiamo sperare di fare punti? Se riusciamo a prendere tre gol dalla squadra ultima in classifica per gol fatti (e ne fa uno pure per noi perché gli venivano bene…e per fortuna!), come possiamo pensare di risollevarci? Se il Mister ritiene che intorno alla Fiorentina ci sia troppa negatività, si impegni insieme ai suoi ragazzi per smentirci perché da ieri ho cominciato seriamente ad avere paura. Posso capire che i calciatori siano in tensione tutte le volte che scendono in campo, che andando avanti le gare sono sempre meno e i punti per recuperare scarseggiano, ma la colpa di chi è? Devo dire che questa triste storia mi ferisce anche perché sta succedendo quello che temevo nel momento che cominciò a girare il nome di Prandelli come allenatore della Viola: avevo il terrore che venisse offuscato quello che di fantastico aveva fatto a Firenze, le soddisfazioni che avevamo goduto insieme e i traguardi europei raggiunti. Non abbiamo vinto niente, ma abbiamo visto del bel calcio e calcato scenari importanti. Adesso si rischia di sciupare tutto, i ricordi non si cancellano così come l’affetto, ma la Fiorentina aveva bisogno d’altro e adesso i nodi vengono al pettine.

È chiaro che Prandelli non sia il solo colpevole di questa catastrofe, la squadra è stata costruita male e aggiustata peggio e i calciatori non sono certi indenni da colpe. Non si saranno mica turbati per la contestazione della tifoseria davanti al Centro Sportivo? Ribadisco, e sono monotona, che vivono in una bolla per quanto riguarda i contatti con la gente e il rumore, il tono dei cori e il disappunto sarebbero già riecheggiati con forza da tempo, in quell’altra vita. Poi hai la sfortuna che ieri anche Dragowski, spesso il meglio in campo, trovi una giornata non perfetta, che Malcuit non si capisce perché sia stato preferito a Venuti, che Amrabat era, boh forse, un fenomeno solo a Verona, che Biraghi ormai non mi va nemmeno di parlarne più, che a Borja gli voglio bene come uomo spogliatoio ma non è più il calciatore determinante di un tempo, che Callejon…chi è Callejon? Stavo pensando di farlo cercare a “Chi l’ha visto” per sapere se era sempre fra noi! Come accede ultimamente, onore a Martinez Quarta che ha trovato il suo primo gol, ed ha preso anche una traversa, dando il via a quello che sembrava un pomeriggio favorevole ai nostri colori. Oltre a lui è andato in gol anche Milenkovic, riprendendosi dagli ultimi svarioni difensivi, ma non è bastato a sigillare una vittoria che serviva come il pane.

Ci dicono che Barone abbia parlato alla squadra e mi auguro che abbia toccato le corde giuste per svegliare questi ragazzi ma, da anziana signora stizzita, avrei preferito che li portassero in ritiro in un luogo isolato, con scarso segnale wi-fi, ad allenarsi 10 ore al giorno fino alla fine del campionato. Troppo cattiva? Forse si, ma io purtroppo non sono per niente ottimista!

La Signora in viola