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PANCHINA ED ESCLUSIONE, DUE SEGNALI PER JOVIC

di Luciana Magistrato

Panchina per 90 minuti in campionato, neanche in lista Uefa in Conference. Se non è un segnale, quasi un cartello con scritto "vendesi" al collo di Luka Jovic, poco ci manca. D'altronde anche nelle amichevoli, pur impiegato, il serbo non ha dato l'idea di essere più un punto fermo di Italiano che dal mercato cercava nuova linfa per un attacco che con lui e Cabral la scorsa stagione si era acceso solo a sprazzi. E con gli ultimi arrivati Nzola e Beltran che già scalpitano pronti a dare battaglia per una maglia, la concorrenza si è fatta dura per Jovic rimasto ormai indietro nelle gerarchie del tecnico, tutto sembra indirizzato verso l'uscita. 

Se in campionato la panchina poteva essere un indizio per la Conference, dove giovedì si sarebbe potuto presentare come vice capocannoniere della scorsa edizione con 6 gol, dopo i 7 di Cabral e Amdouni, l'esclusione dalla lista Uefa è un secondo indizio (che poi sarebbe una prova) proprio sul fatto che il giocatore potrebbe essere in uscita. Con la famosa pagina Twitter del team Jovic che tanti problemi gli ha già creato nel rapporto con il tecnico che butta benzina sul fuoco parlando di "tradimento". Così le sirene del Milan a caccia di un vice Giroud potrebbero tornare a cantare, anche se altri nomi nella lista prima di lui non mancano ai rossoneri, senza escludere un ritorno di fiamma all'ultimo tuffo con lo Stella Rossa che dopo l'amichevole di Belgrado un pensierino sembrava avercelo fatto, nonostante poi rimosso.

Chiariamo subito che l'esclusione dalla lista Uefa sua e di Kokorin viene giustificata dal club come numerica nel senso che non tutti potevano essere inseriti (sono 24 perché manca il quarto Under), e che entro mercoledì possono essere comunque fatte due modifiche ma i dubbi restano. "Perché proprio a me?" dovrebbe chiedersi il serbo. Mercato o meno, Italiano in questo momento ritiene più in forma e affidabili altri attaccanti e dunque lo spazio e la fiducia sono ancora più ridotti e se il dualismo con Cabral ha già provocato alti e bassi nell'umore e nelle prestazioni del serbo la scorsa stagione, Jovic è già avvisato su quello che lo aspetta quest'anno in caso di permanenza. E fare il minimo sindacale non basterà più.