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PARADOSSI FIORENTINI

di Tommaso Loreto

Si respira un'aria paradossale al "Franchi". Gelida quanto il vento già invernale che accompagna l'uscita dei tifosi dallo stadio. La Fiorentina vista in campo, del resto, è stata sempre la stessa. E dopo un anno e mezzo, nemmeno più i tre punti bastano a consolare un pubblico che ha avuto la fortuna di masticare bel calcio per almeno quattro stagioni (quelle di Prandelli). Chi osserva Firenze da fuori non riesce a capire cosa stia succedendo, chi la vive ha invece da tempo terminato la pazienza. Sinisa, dal canto suo, e a prescindere da offese ingiustificabili, non si scompone però. Anzi. Nel primo tempo fissa negli occhi la curva, a fine partita risponde con un sorriso beffardo che sa tanto di sfida.

Che tipo di duello sia, quello fra tecnico e tifosi, però, non si capisce. Tantomeno se ne vedono i frutti in campo. Perchè se c'è un aspetto sul quale tutti si trovano d'accordo, almeno fuori dalle stanze societarie, è il peso dei novanta minuti della Fiorentina. E' vero, nel primo tempo qualcosa si è visto, incluso il gol vittoria firmato Lazzari, ma da qui a dominare e portare a casa una meritata vittoria ce ne corre. Eccome se ce ne corre. Anche perchè, poi, i cambi nella ripresa non fanno altro che intimorire ancora di più la squadra, chiusa nel finale a difendere il gol di vantaggio con la sola forza dei nervi, davanti a un Genoa che definire "brutto" è fare un favore all'ex Malesani.

Il modulo che avrebbe dovuto vedere Jovetic dietro a Gila, con il centrocampo a 4, è stato rinviato a data da destinarsi. I cambi, come detto, hanno sorpreso. Da Vargas per Gila a Munari per Romulo. Con JoJo, nel finale, ancora a fare la punta salvo nel recupero quando è entrato Silva. L'inserimento di Lazzari paga, certo, e  Kharja non va nemmeno troppo male, ma questa Fiorentina va avanti per forza d'inerzia. Con sussulti momentanei, e un elettroencefalogramma quasi piatto a meno di ulteriori accanimenti terapeutici.

Come, del resto, sembra proseguire a fare la società. Mihajlovic resta sulla panchina, di certo fino a domenica, poi si vedrà. La classifica, almeno, è diventata meno brutta dopo i 2 punti in tre gare inanellati fra Cesena, Catania e Juventus. I tifosi, intanto, continueranno a pensare all'idea di vedere una partita dei viola come si fa con la sveglia per andare a lavorare. Del resto, ormai, allo stadio ci vanno la metà (15.000) di coloro che l'hanno sempre frequentato (30.000). E quel ciclo da riavviare resta un'incognita tutta da scoprire. In queste condizioni, francamente, cos'abbia da sorridere Mihajlovic, sotto la Curva, ci sfugge.