PARTITA A SCACCHI
Dipingere tattica non è mai stato così piacevole, negli ultimi periodi. Palla a terra e pedalare è paradigma ben diverso dal palla lunga e avanti Savoia. L'era di Delio si apre con tanti interrogativi e qualche bel problema, giusto per non perdere la tutt'altro che regale abitudine fiorentina di fare con quel che passa il convento. O il Corvino. 'Chi vuol esser trequartista' è interrogativo aperto perché ancora dev'esser tirato su il sipario sugli scenari tattici che verranno. Però Andrea Lazzari, contro il Milan, dovrebbe e potrebbe essere la carta scelta dal nuovo allenatore viola. Il perché è presto detto: coi rossoneri serve anche contenimento, non solo esser propositivi. Chiusi e compatti, rapidi a ripartire, con un trequartista versione Boateng a far da spola tra i valichi e le fortezze avversarie. Se Cerci non farà l'esterno e solo l'esterno, un posto al fianco di Gilardino potrà presto essergli riservato: coi rossoneri dovrebbe invece toccare a Jovetic, perché anche lui è uomo tatticamente più accorto e delicato dell'attaccante laziale. E' così che, con Vargas accantonato per problemi di peso, d'orario e di carattere, a centrocampo dovrebbe agire Munari, recupero di Behrami permettendo. L'occhio, oltre alla Maginot viola, piomba poi sul centro della difesa. Senza Natali squalificato, senza Kroldrup infortunato, Rossi pescherà ad occhi chiusi sul presunto novello Vidic, ovvero Nastasic. Scommessa al buio per il tecnico, che come alternativa ha ripescare dal dimenticatoio Felipe o dalla Primavera Camporese. Vita dura, per Delio.
L'altra sponda della sfida sono i dubbi milionari di Max Allegri. Uno che può permettersi di preservare Pato per le gare che verranno ma che, se capirà che il Papero è pronto, potrebbe anche lanciarlo da subito. Interrogativi da paradisi calcistici distanti più di un tragitto sullo yacht della gloria da Firenze. Senza i muscoli di Boateng, Allegri dovrebbe affidarsi così alla rapidità ed al sinistro di Emanuelson. Trequartista improvvisato ed anche immaginato, visto che poi allarga le ali virando sulla mancina. Però l'olandese è nome nuovo ed imprevedibile per la Fiorentina, che altrimenti lì potrebbe vedersi piombare o Seedorf o Robinho. L'ultimo solo e soltanto se Pato riuscirà a scendere in campo dall'inizio, al fianco dell'imprescindibile ed irremovibile Ibrahimovic. Comunque e dovunque peschi, Allegri lo fa sul sicuro, in un mare di milioni e sorrisi. Dubbi ed interrogativi, per una notte da leoni.