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PAULO E LE STORIE TESE

di Dimitri Conti

Il secondo tempo di Fiorentina-Cagliari è la perfetta sintesi di tutte le controversie cui stiamo assistendo in questa travagliata stagione in riva all'Arno. In particolare per quanto riguarda il turbolento rapporto che lega l'allenatore Paulo Sousa alla tifoseria viola. Al violento innamoramento iniziale della scorsa stagione, arrivato dopo il primo posto raggiunto dalla Fiorentina nelle ultime giornate dell'andata, è poi seguita una fase di lungo disamoramento, culminata nelle pubbliche accuse lanciate ieri al portoghese per l'ennesima sostituzione di Bernardeschi. Il pubblico non ha gradito, sommergendo di fischi il momento del cambio tra il 10 e Badelj, e dedicando cori speciali a quel punto anche nei confronti di mister Sousa. Non è bastata neanche la rete di Kalinic su assist di Tello, il designato nella mente di quasi tutti per lasciare il campo, ad acuire le polemiche

Lo strappo sembra essere avvenuto, e c'è chi sostiene che questo si possa dire anche del rapporto tra Berna e il suo mentore, il primo allenatore a puntare davvero tutte le sue fiches su di lui in Serie A. Da questo punto di vista però il talento nativo di Carrara, che ha aperto quest'oggi ufficialmente le danze nella Viareggio Cup, ha voluto lanciare delle rassicurazioni, minimizzando l'accaduto così: "ogni allenatore fa le sue scelte. In quel momento ha valutato che la scelta migliore per la squadra fosse quella di togliermi. Non voglio fare polemica: l'allenatore vede più lucidamente di tutti ciò che avviene in campo". Per poi allontanare qualsiasi fantasma con un "ieri ero stanco". Anche il club ha ribadito la comunione d'intenti con il proprio tecnico, fino a giugno, ma la situazione sta assumendo le sembianze di una lenta separazione, nella quale ogni occasione è buona per accendere una discussione.