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PAZZINI & CO. Che periodo attraversano gli ex viola?

di Gianluca Losco

Vedendolo convocato in Nazionale, dopo aver osservato la sua prorompente esplosione a Genova, cresce fra i tifosi viola il rimpianto per la cessione di Pazzini. In fondo molto spesso Firenze si innamora di tutti i suoi giocatori, chi più e chi meno, e vederli giocare con i colori di un'altra città fa sempre uno strano effetto. Da luglio scorso a gennaio, oltre a Pazzini, molti altri giocatori si sono allontanati da Firenze, chi definitivamente e chi in prestito: analizziamo il loro momento.

PAZZINI: Impossibile non partire da lui. Una cessione inevitabile, sceglie come meta Genova sponda Samp. In questi tre mesi ha dimostrato di essere un attaccante di razza, capace di segnare sempre e in qualunque modo (e anche senza Cassano: vedere i gol contro Chievo e Torino). Con la Samp ha già castigato Juventus, Milan e Roma in campionato, Inter in Coppa Italia. Numeri da far girare la testa, la Nazionale è ampiamente meritata. Voto: 10 e lode.

OSVALDO: Altra cessione di gennaio per fare cassa, otto milioni arrivati dal Bologna. Inizia subito da titolare nell'undici di Mihajlovic, poi un infortunio durato circa un mese, infine il rientro da titolare nell'ultima partita casalinga contro il Cagliari. Di lui si può parlare come dell'opposto di Pazzini: ha deluso tutti e in primis lo stesso Mihajlovic, che lo ha criticato anche duramente dopo alcune partite. Il talento non manca, ma quel che serve a certi livelli è l'umiltà e il gioco di squadra. Voto: 4,5.

PAPA WAIGO: In prestito al Lecce da fine gennaio. In puglia ha collezionato finora tre presenze, nelle quali ha ricoperto il ruolo di esterno di centrocampo e di attacco. Prestazioni non esaltanti, tutt'altro, ma troppo poco per essere giudicato bene, in una squadra, fra l'altro, tra le meno in forma di tutta la Serie A. Voto: 5,5.

DA COSTA: Altro prestito fino a giugno, altra trattativa di gennaio con la Sampdoria. In campionato con i blucerchiati ha giocato solo la partita di Torino contro la Juve (finita 1-1) e la successiva contro l'Atalanta, difficile pensare che possa trovare molto altro spazio da qui fino al termine della stagione. Voto: n.g.

UJFALUSI: Il tormentone dell'estate. L'affetto, l'amore e i cori dei tifosi non potevano certo cambiare le carte in tavola, dato che l'accordo con l'Atletico Madrid c'era già da tempo (il ceco era in scadenza di contratto). Con gli spagnoli, finora, una stagione con alti e bassi (difficilmente si dimenticherà la sconfitta per 6-1 col Barcellona a ottobre). Voto: 6.

LIVERANI: Per sottolinearne l'importanza, appena arrivato a Palermo gli viene affidata la fascia da capitano. Nel capoluogo siciliano si ambienta con una facilità incredibile, diventando ben presto il faro del centrocampo rosanero. Non verrà ricordato per il dinamismo e la velocità, ma nel passaggio e nella visione di gioco ha pochi rivali. Voto: 7,5.

CACIA: Fra giugno e luglio è passato da una comproprietà all'altra (dalla Fiorentina al Lecce), il cartellino è sempre del Piacenza. A inizio stagione parte titolare, ma ben presto si deve guardare dalla concorrenza di Castillo. Totalizza 18 presenze in Serie A, mettendo a segno appena due gol (uno dei quali in bello stile contro la Juventus); infortunato, per lui la stagione è finita. Voto: 5.

VIERI: Il giramondo del calcio italiano è tornato all'Atalanta a giugno (nonostante il parere contrario di gran parte della tifoseria bergamasca), quando è scaduto il suo contratto di un anno per la Fiorentina. A 35 anni deve continuamente lottare con gli infortuni, in questa stagione ha collezionato appena 9 presenze (quasi mai da titolare), nelle quali ha segnato comunque 2 gol. Voto: 6,5.

POTENZA: Viene venduto al Genoa a luglio per poco più di due milioni di euro. Coi grifoni gioca appena cinque partite, penalizzato forse dal modulo di Gasperini, e a gennaio viene venduto al Catania. Con Zenga diventa titolare, e riesce anche a mettere a segno una rete contro la Reggina. Voto: 6.