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PER DAVIDE

di Tommaso Loreto

E' come se lo scorrere del tempo rendesse più reale e doloroso quel che domenica non pareva possibile. Firenze passa ancora davanti alla cancellata del Franchi, si ferma, parcheggia dove può e scende per rendere omaggio, per lasciare un messaggio, una sciarpa. Ventiquattro e passa ore dopo il pellegrinaggio non s'interrompe. E gli sguardi non possono che portare i segni del dolore e della tristezza.

Di tanti angoli del mondo in cui si concentrato le testimonianze di dolore comune degli esseri umani, Firenze diventa una nuova immagine del ricordo. L'uomo Davide Astori se n'è andato, il suo ricordo è già destinato all'eternità, che sia un numero di maglia ritirato, un centro sportivo o uno stadio intitolato al suo nome. E nel dolore c'è il tentativo di un'intera città di provare a dare un pizzico di quella immensa forza che servirà a tutta la famiglia di Davide.

Nei suoi messaggi di addio Firenze sa già che la sua mancanza sarà una costante, ma proprio per questo ha già capito che a tutta la Fiorentina serve la massima vicinanza possibile. Oltre al silenzio e al rispetto giustamente richiesto dal club di fronte alle derive di notizie condivise sui social. E non potrebbe essere altrimenti visto che la tragedia di domenica mattina ha colpito un intero gruppo, dai proprietari fino ai magazzinieri, una vera e propria seconda famiglia che ha perso la sua guida in campo e anche fuori per i valori che incarnava Astori.

Lo testimoniano le parole di chi con Astori ha giocato, di chi domenica non lo ha visto scendere per la colazione scrivendo parole bellissime come ha fatto Saponara. E ancora i contatti tra Sindaco e Della Valle, il ricordo del capitano viola che sarà un impegno delle prossime ore come certamente lo sarà il sostegno alla famiglia, con la camera ardente tenuta a Coverciano e i funerali di giovedì mattina in Santa Croce. In una giornata di lutto cittadino. Con le parole dei tifosi nel comunicato di ieri, il ricordo dei loro incontri, la sua storia che non verrà dimenticata mai, con le sciarpe legate ai cancelli del Franchi e i cartelli appesi. E con il dolore espresso da tutti coloro che giocano e amano il calcio e lo sport in generale, in tutto il mondo.

Lui che davanti a Sousa e compagni si fece sentire negli spogliatoi di Empoli ben prima d'indossare la fascia da capitano, Astori che per primo aveva deciso di sposare un club in piene acque agitatissime, fin da questa estate in una Moena da dove parevano voler scappare tutti. Il capitano che in prima persona aveva garantito per squadra e compagni, certamente vorrebbe ancora il massimo dalla sua squadra in campo, e certamente avrà una città pronta a mettere da parte polemiche e contestazioni nel ricordo di un capitano che mancherà maledettamente a tutti.

Non c'è dubbio che da domenica 4 marzo 2018 in poi, per Davide e la sua famiglia ci sarà tutto l'amore del popolo viola e di tutto il mondo del calcio, senza distinzioni di colore.