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PER LA STORIA, PER FIRENZE E PER PEPITO

di Andrea Giannattasio

Il tempo di una sola notte per godersi il bel successo con l'Atalanta, poi la mente fin da stamani sarà proiettata alla sfida di martedì sera contro l'Udinese. La gara dell'anno, come l'ha voluta definire Andrea Della Valle, che sogna la prima finale della sua gestione dopo dodici anni di sacrifici. Un traguardo che, in linea generale, manca a Firenze dal 2001, quando sulla panchina viola sedeva un giovane Roberto Mancini. E per arrivare alla finale di Roma, servirà non solo tanta fortuna, ma anche testa e cuore. Elementi che, per certi versi, sono mancati nelle ultime uscite della Fiorentina, fatta eccezione per ieri, dove nonostante cinque importanti defezioni di formazione è arrivata una vittoria forse non brillante ma dal grande carattere. Un successo con gli artigli, come l'ha definito Montella.

Non mancheranno però le grane di formazione per il tecnico viola, che oltre ai già citati assenti nobili (Rossi, Gomez, Ambrosini, Aquilani e con ogni probabilità ancora una volta Gonzalo) dovrà fare a meno anche di Borja Valero, squalificato sia con l'Udinese che contro l'Inter. Un lungo ''ponte'' dello spagnolo, come l'ha definito qualcuno, che peserà e non poco negli equilibri di una squadra chiamata a fare l'impresa e a scrivere una nuova pagina della storia viola. Servierà quindi l'appoggio del pubblico, quel calore che anche ieri in una partita non certo di cartello si è avvertito in ogni angolo e che ADV per primo spera di rivivere martedì sera, quando al Franchi arriverà una marea di oltre 30.000 anime viola. In palio c'è una finale, un sogno da rincorrere fino all'ultimo per l'orgoglio Firenze. Ma anche e soprattutto per Giuseppe Rossi, che da tempo spera di tornare in campo giusto in tempo per sollevare l'ambito trofeo all'Olimpico.