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PER UN PUGNO DI EURO

di Iacopo Barlotti

Ci è andato giù duro, Tommaso Ghirardi. "Ho chiuso col calcio, il Parma è da stamani in vendita" ha tuonato l'ormai ex presidente dei gialloblù, dopo che l'esclusione dall'Europa League è diventata definitiva. E' come se quel rigore di Cerci ci avesse messo una decina di giorni a entrare, a gonfiare la rete della porta di Rosati e a portare il Torino al terzo turno preliminare di Europa League. E' stata una ritenuta Irpef (non pagata dal Parma), alla fine, a riportare i granata in Europa dopo oltre vent'anni dall'ultima volta. Mentre il Milan, scavalcato dalla differenza reti a parità degli scontri diretti, se ne resta a casa.

Non l'ha presa bene, Ghirardi, che per tutta risposta ha deciso di mettere in vendita il club. Una reazione per alcuni comprensibile (una big italiana o europea sarebbe stata trattata allo stesso modo?) per altri esagerata. Certo, alla mente dei tifosi della Fiorentina torna quel che accadde nel 2006, con la lunga telenovela Calciopoli che ebbe conseguenze ben più pesanti rispetto a ciò che è accaduto a questo Parma.
In primis, la Fiorentina perse due Champions League: quella del 2006/07 e quella che, senza penalizzazione, avrebbe dovuto giocare nel 2007/08. Pantaleo Corvino ancora oggi, quando parla dei risultati raggiunti a Firenze, parla delle "quattro qualificazioni in Champions League" conquistate sul campo. Per dirla in cifre, il verdetto sportivo su Calciopoli costò alla Fiorentina fra 40 e 50 milioni, ovvero i potenziali introiti di due Champions League. Oggi l'esclusione del Parma dall'Europa League, a causa di 30.000 euro di Irpef non pagati, non è certo economicamente paragonabile alla sentenza che colpì la Fiorentina.

Ma la vicenda Calciopoli costò alla Fiorentina anche altro. Costò il primo vero disamoramento, della famiglia Della Valle, che cominciò a distaccarsi dal calcio e a vederlo come un ambiente non suo. Diego, in particolare, ha sofferto molto gli anni successivi a Calciopoli, le penalizzazioni, i processi sportivi, penali, civili. La Fiorentina dell'autofinanziamento, dopo l'apice toccato durante la gestione Prandelli (gli ottavi di Champions e lo scippo di Ovrebo), ha faticato molto a ripartire e a far riavvicinare la proprietà alla squadra. Ma è ripartita, grazie alla passione dei suoi tifosi e a un entusiasmo che si è immediatamente riacceso dopo le prime partite dell'era-Montella. Ghirardi, per un'Europa League saltata, ha deciso di mollare tutto e prendere un'altra strada.