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POLLICE VERDE

di Paolo Bocchi

Novembre notoriamente non è un mese particolarmente adatto per la fioritura delle piante, ma c'è un vivaio che, dopo anni e anni passati senza offrire prodotti degni della qualità del passato, sembra aver finalmente ripreso a produrre rare e preziose primizie. Il vivaio in questione è il settore giovanile della Fiorentina, un settore che vede tutte le sue squadre ai vertici dei rispettivi campionati e i suoi ragazzi entrare sempre più a far parte delle nazionali di categoria. La storia viola è sempre stata legata a filo doppio con le sorti del suo vivaio; l'ultimo scudetto, dal quale sono passati ormai oltre quarant'anni, è stato l'apice assoluto della politica dei giovani. Era la squadra di Chiarugi, di Merlo, di Esposito. Era la Fiorentina yè yè, partita fra le perplessità di una campagna acquisti fatta di cessioni illustri ed arrivata, a sorpresa, al vertice del calcio italiano. Col passare del tempo quel tipo di politica ha perso di intensità: prima la famiglia Pontello e poi i Cecchi Gori hanno deciso di puntare su giocatori già affermati, con esiti anche lusinghieri dal punto di vista dei risultati ma non altrettanto da quello dei bilanci.

Oggi, con una squadra tempestata da mille infortuni e con una proprietà alle prese con una vera e propria battaglia con le istituzioni politiche per la costruzione di strutture innovative e più funzionali, è più che mai auspicabile riuscire a pescare dal vivaio, crescersi in casa i futuri campioni. Unanimamente riconosciuto dagli addetti ai lavori come un numero uno nel suo ruolo, il DS viola Pantaleo Corvino ha forse nella capacità di scoprire il talento là dove sta appena germogliando la sua dote migliore. Al suo arrivo, quando gli effetti del fallimento avevano privato la Fiorentina del suo settore giovanile, disse subito che per ricostruire dal nulla un vivaio importante sarebbero serviti anni, e che il suo lavoro sarebbe dovuto essere giudicato a partire dalla prima squadra da lui interamente costruita: quella della classe '92. Sono passati alcuni anni e i ragazzi del '92 e '93, dopo aver vinto lo scudetto Allievi, già a partire dallo scorso campionato hanno iniziato a mostrare che la semina è stata buona e che il raccolto si prospetta interessante.

L'ultimo in ordine di tempo è stato Michele Camporese, gettato nella mischia sabato sera a S.Siro al cospetto nientemeno che di Ibrahimovic, dopo che qualche giorno prima era arrivato l'esordio anche nella nuova under 21 di Ferrara insieme al portiere Andrea Seculin e al mediano Marco Augusto Romizi, entrambi classe '90. Poi c'è Federico Carraro, fantasista classe '92 sul quale gli addetti ai lavori si sentono di scommettere ad occhi chiusi. A questi fiori che stanno sbocciando vanno aggiunti l'attaccante Pietro Iemmello, anche lui classe '92, che sta studiando da futuro Gilardino, e, soprattutto, Khouma el Babacar, centravanti del '93 che per doti fisiche e tecniche sembra davvero destinato a stupire.
Insomma le pianticelle viola crescono bene, l'importante è avere il pollice verde e l'uomo di Vernole ne ha uno bello grosso.