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PRADÈ-VIOLA: PIÙ DI UNA SUGGESTIONE. LA MEMORIA VOLA

di Giacomo A. Galassi

Sembra la trama di una commedia scritta ad arte, ma il possibile ritorno di Daniele Pradè alla Fiorentina con Montella in panchina non può non far tornare alla mente quando, sette anni or sono, i due furono in grado di riportare la squadra viola a competere con le grandi d'Italia.

Il direttore sportivo -  la cui rescissione ufficiale con l'Udinese è arrivata in queste ore - sembrava ad un passo dalla Sampdoria ma con l'addio di Pantaleo Corvino dalla Fiorentina, l'ex ds viola è schizzato in cima alla lista di Rocco Commisso e del suo staff e adesso pare più di una suggestione.

Se si guarda al passato non si può che essere contenti di un eventuale ritorno di Pradè da dirigente gigliato: con il nativo di Roma a dirigere le operazioni di mercato sono arrivati tre 4° posti con Vincenzo Montella e un 5° posto con Paulo Sousa in panchina, dopo aver toccato il tetto della Serie A a metà campionato. Con le regole attuali avrebbero significato 3 partecipazioni alla Champions League e una all'Europa League, non poco per una dirigenza costretta a ripartire dopo i disastri della fine della prima era di Corvino.

In più sono stati ingaggiati giocatori come Borja Valero, Gonzalo Rodriguez o Pizarro - per citarne alcuni - che ancora oggi vengono annoverati come tra i migliori della storia viola, almeno di quella recente. Di sicuro le emozioni non sono mancate nei quattro anni in cui Pradè è stato direttore sportivo della Fiorentina.

Poi nel giugno 2016 l'addio alla Fiorentina e le esperienze con alti e bassi a Genova, sponda Sampdoria (gli alti), e a Udine, con l'Udinese (i bassi).

Ora potrebbe tornare dove la sua stella è brillata di più in carriera. Montella lo aspetta a braccia aperte per ricreare quel binomio che tanta fortuna ha portato a Firenze. La decisione andrà presa al più presto perché il tempo stringe ma Commisso sembra aver già scelto: sarà Pradè il nuovo ds viola. Ed è curioso che la "nuova" Fiorentina di Rocco Commisso possa ripartire dalla "vecchia" Fiorentina in quella che forse è stata la miglior versione dell'era Della Valle.