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PRANDELLI, Teniamocelo stretto

di Marco Conterio

Ranieri. Anzi. Ran-Ieri. L'oggi bianconero è una società persa come una zattera in un mare in tempesta, rovesciata da una parte dagli 'zero tituli', dall'altra dal ricordo ingrombrante della Vecchia Signora, dall'altra ancora una gestione tecnico-societaria altalenante e mai chiara. E' così che il primo colpo per la prossima stagione sarà il fischiatissimo 'traditore' Cannavano, è così che a due giornate dal termine scricchiola il terzo posto ed a rimpiazzare Ranieri arriva Ferrara. Uomo sì con il bianconero tatuato nel cuore, ma con esperienza in panchina pari a zero.

Viene da sorridere, oggi, a pensare ai dubbi ed alle perplessità su Cesare Prandelli. Ancora di più, al tanto decantato "progetto Juve" che su di lui avrebbe dovuto far presa, quasi come una calamita, quasi come se il passato e gli anni gloriosi fossero una costante incancellabile e non, come ora, il vano ricordo di una società che non c'è più. Claudio Ranieri, dalle 17.30 circa di ieri pomeriggio, non è più l'allenatore della Juventus. Cesare Prandelli è quello viola da quattro anni e lo sarà ancora.

"Sogno di vincere a Firenze". Appunto. Sogno. Il tecnico di Orzinuovi resta con i piedi per terra, alla faccia delle prime pagine torinesi ricolme di proclami e affini, condite da dichiarazioni di società e fu tecnico bianconeri. Ci perdoni, Prandelli, se talvolta abbiamo anche noi dubitato delle potenzialità di questa squadra, cercando sempre e comunque di valutare in ogni caso il fatto in sè, la partita no circoscritta, piuttosto che stroncare un'annata giusto per il piacere di farlo. Alla Juventus, lì a -1, è già Ran-Ieri. Alla Fiorentina, invece, la sensazione è che il domani sarà ancora più bello dell'oggi.