PRESUNTO FALSO IN BILANCIO: LA SITUAZIONE
No panic. È questo il chiaro, limpido messaggio che arriva al termine di una giornata particolarmente convulsa in casa Fiorentina. Che di buon mattino - più che gestire la bella cerimonia che ha visto l’intitolazione del Piazzale Campioni del ’56 ed a preparare la delicata sfida di domani contro l’Atalanta - si è trovata all’improvviso costretta a fare i conti con la rumorosa citazione all’interno di un articolo de Il Fatto Quotidiano che rivendicava il coinvolgimento della squadra viola - al pari della Juventus - in una denuncia di falso in bilancio sporta di recente dall’ex presidente del Bologna e proprietario del gruppo Victoria 2000 srl Gazzoni Frascara. Secondo il quotidiano, la Fiorentina - coinvolta al pari dei bianconeri nel processo di Calciopoli - non avrebbe stanziato nel recente bilancio la cifra che Giuseppe Gazzoni Frascara e le altre parti lese nel maxi processo dell’estate 2006 avrebbero preteso a titolo di risarcimento e tale mancanza potrebbe di conseguenza portare la giustizia sportiva - a detta del quotidiano - ad assegnare una pesante multa nei confronti del club dei Della Valle e, nel peggiore dei casi, persino una penalizzazione in classifica. Uno scenario, peraltro, che si è già verificato nel corso degli ultimi anni in almeno tre circostanze, con Parma, Siena e Brescia che erano state a loro volta mutilate di alcuni punti in graduatoria nei campionati di A e B proprio per il reato di falso in bilancio.
La situazione però in casa Fiorentina - secondo quanto quanto ricostruito da Firenzeviola.it - è diversa rispetto a quella che ha dipinto questa mattina il quotidiano. Molto diversa. A partire dal fatto, ad esempio, che l’ipotetica cifra di risarcimento pretesa da Frascara e gli altri componenti dell’accusa non è stata ancora quantificata dall’ultimo grado di giudizio, visto che il processo in questione cui si appella il giornale è ancora sub iudice, cioè in pieno svolgimento, con i legali viola che sono da tempo a lavoro peri dimostrare la totale estraneità della Fiorentina dalla congrega che nel corso del campionato 2004/2005 portò alla retrocessione in B il Bologna con conseguenti danni economici per il club rossoblu. Ma non c’è solo questo. Perché la Fiorentina, a titolo specificamente di status giudico, non è una società quotata in borsa e pertanto - a differenza, ad esempio, della stessa Juventus - non è chiamata a elencare nei suoi bilanci (sotto la voce di “controversie legali”) eventuali cifre risarcitorie da dover immettere a terzi in futuro, poiché non deve rispondere alla Consob delle proprie eventuali pianificazioni economiche in prospettiva, ma solo di quelle effettivamente svolte. Essendo la contesa con il gruppo Victoria 2000 ancora in corso (ed essendo la Fiorentina convinta di essere estranea alla causa e di poter dimostrare la totale innocenza nei futuri gradi di giudizio), il club dei Della Valle non ha ritenuto opportuno - come del resto le consente la legge - di inserire nel bilancio del 2015 una cifra risarcitoria ancora non quantificata nei termini né - cosa più importante - ancora obbligata a dover versare. Da qui la rabbia nelle dichiarazioni di oggi di Andrea Della Valle, che ha paventato addirittura eventuali querele per chi dovesse in futuro mettere in cattiva luce (e senza fondamento) il nome del club viola e quello della famiglia marchigiana.