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PRIMAVERA, I più e i meno della partita

di Redazione FV

Questi i più ed i meno della partita tra Varese e Fiorentina, match terminato 4-3 per il Varese ai calci di rigore e che ha portato la squadra biancorossa a giocarsi la fase finale dello scudetto

Più

Matos: è nettamente il più vivace dei suoi; corre senza sosta ed, ispirato, crea sempre numerose difficoltà alla retroguardia del Varese. E' sua la palla-gol più nitida della ripresa (traversa) così come quella della ripresa (palla che finisce vicino all'incrocio).

Agyei: il capitano svolge ottimamente anche oggi il suo ruolo di metronomo di centrocampo. Instancabile, recupera e smista palloni in continuazione. Spesso prova anche il tiro ma stavolta gli va male. Sbagliato colpevolizzarlo per l'ultimo rigore sbagliato che ha consegnato al Varese l'accesso alle finali.

Svedkauskas: determinante la sua parata al 21' della ripresa su Fiammozzi che, raccogliendo un colpo di testa di Mannelli, da metri 0 prova a mettere dentro il pallone: il portierone viola però salva il risultato con una parata d'istinto sulla linea di porta. Nulla può sui rigori.

Meno

Zohore: più passa il tempo e più ricorre la domanda: ma quando entrerà in forma? Quando si abituerà al calcio italiano? Il giocatore, gravato dalla sua eccessiva pesantezza e dall'imponte mole muscolare, non si fa quasi mai notare e risulta utile quasi unicamente per tenere alto il baricentro viola.

Beckham: un fantasma in campo; dopo un primo tempo di pochissima sostanza, nella ripresa scompare totalmente dal gioco. Semplici, dopo 20' del secondo tempo, decide di toglierlo con un più effervescente Gondo.

Ashong: non si fa quasi mai vedere con le sue proverbiali sgorppate sulla fascia e gli annessi traversoni. Pare molto impacciato quando viene pressato stretto.