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PRIMI CASI IN A, STAGIONE SEMPRE PIÙ A RISCHIO

di Luciana Magistrato

La serie A si scopre vulnerabile, mentre arrivano le comunicazioni dei primi casi di Coronavirus, segnale che purtroppo il calcio (e forse il paese) non si è fermato in tempo. Daniele Rugani ieri, Manolo Gabbiadini oggi: Juventus e Sampdoria hanno comunicato la positività al virus dei due giocatori impegnati anche domenica. E allora oltre ai compagni, anche altri club che hanno incontrato le due squadre - Inter e Verona - dovranno stare in quarantena. E se i due casi si scoprono proprio in tempo di isolamento generale in cui tutti dobbiamo comunque stare a casa, il campionato potrà davvero riprendere il 3 aprile, considerato che il picco di questa febbre così contagiosa (a volte anche asintomatica come nel caso di Rugani) è previsto per la metà del prossimo mese? Previsioni certo, perché il problema andrà affrontato passo dopo passo alla luce dei bollettini sanitari. Ma il proseguo della stagione non è poi così scontato e il 23 marzo il Consiglio Federale dovrà prendere seriamente in considerazione un possibile stop definitivo e le conseguenze, stabilendo dunque se e a chi assegnare titoli e con quale sistema (classifica alla sospensione o playoff che però coinvolgerebbero squadre ben lontane dalla vetta) e retrocessioni (nel caso dalla altre categorie vengano fatte le promozioni, d'altronde il Monza in C e il Benevento in B stanno facendo una corsa quasi a sé e il presidente di quest'ultimo ha già minacciato battaglia se non verrà riconosciuta la serie A al club campano). Mettere d'accordo tutti non sarà facile ma quello che sta succedendo in serie A, nella Liga e (forse) in Premier dimostra che il calcio non può mettere gli interessi davanti alla salute perché dal Coronavirus non è immune nessuno.