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PROBLEMI OLIMPICI

di Andrea Giannattasio

Sinceramente di tutto aveva bisogno la Fiorentina, fuorché di un ennesimo ''caso'' legato ad un proprio calciatore. Nella giornata di ieri infatti ha tenuto ancora banco la scottante vicenda relativa al rifiuto della Fiorentina rivolto a Valon Behrami per la sua partecipazione alle Olimpiadi di Londra con la nazionale svizzera come fuoriquota. Da un lato infatti, ex calciatori e sportivi in generale hanno convenuto come perdere una storica partecipazione alla manifestazione sportiva più antica del mondo sia un danno davvero grande, soprattutto per la gloria di un palmarès di ogni sportivo. Altri, addetti ai lavori in testa, hanno invece sottolineato come la scelta del club viola sia stata di assoluto buon senso, dal momento che lo sforzo patito da Behrami nel recente finale di stagione sommato alla fatica dell'Olimpiade avrebbe potuto comportare un crollo fisico del caciatore nella prossima stagione.

A tal proposito è bene riportare alla mente di tutti quello che avvenne nell'agosto 2008 con Riccardo Montolivo che, dopo aver conquistato la Champions League a Torino, si imbarcò con l'Under 23 azzurra alla volta di Pechino, dove si è tenuta l'ultima Olimpiade. Nel corso della sua avventura orientale, l'ex capitano viola si procurò una stagione di primo grado al muscolo ileopsas (era il 19 agosto) che compromise le sue prestazioni in terra cinese e che non permise a Prandelli di schierare il giocatore nel preliminare d'andata contro lo Slavia Praga la settimana dopo. La fatica accumulata nei mesi estivi da Montolivo però finì per compromettere anche gran parte della stagione successiva, dove Riccardo manifestò spesso problemi sopratutto di natura muscolare.

Recente, invece, è la storia di Edinson Cavani e della propria partecipazione alle Olimpiadi: il Napoli, vincitore della Tim Cup, avrebbe desidrato trattenere il proprio centravanti in vista della finalissima di Supercoppa italiana in programma l'11 agosto, ma il giocatore - impuntandosi capricciosamente - fece intendere a chiare lettere che qualora il suo club non avesse acconsenito alla sua partecipazione olimpica avrebbe dato battaglia, facendo scoppiare (letterale) ''un casino che nemmeno nessun napoletano avrebbe potuto immaginare''. Il Napoli, preso atto di chi avesse in quella circostanza il coltello dalla parte del manico, diede subito il suo placet al giocatore. Ma lì però non c'era un rinnovo di mezzo.