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PROVANDO AD ANDARE OLTRE

di Andrea Giannattasio

Proviamo per un attimo, con uno sforzo immane, a credere che la partita di oggi pomeriggio sia stata arbitrata in maniera impeccabile. Proviamo ad immaginare che il rosso rifilato a Tomovic sia frutto di una gomitata assassina che ha provocato la rottura dello zigomo di El Sharaawy o che il tocco di mano di Roncaglia nei minuti di recupero sia stato in realtà visto da Tagliavento e che abbia portato ad un rigore, clamorosamente sbagliato dal Balotelli di turno. Proviamo, alla fine, a supporre che questo Fiorentina-Milan sia solo l'ennesima partita di ordinaria amministrazione che non ha prodotto in fin dei conti stravolgimenti in classifica per la corsa alla Champions. Possiamo crederci, dobbiamo crederci. Altrimenti, per chi fa il nostro mestiere, diventerebbe impossibile scrivere o dire qualcosa fino alla partita di sabato contro l'Atalanta, dove i viola si giocheranno un'altra importante fetta d'Europa.

Partiamo dunque dal risultato: un 2-2 che sa tanto di riconferma. Non solo sul piano del carattere, una qualità che questa Fiorentina ha saputo quasi sempre mostrare nelle partite di cartello (specie quelle in casa, dove al di là del Pescara tutte le big sono inciampate o cadute a ripetizione), ma anche su quello della cabala. Con oggi infatti sono ben undici le partite che la Fiorentina ha giocato all'ora di pranzo dal campionato 2008/2009, undici incontri nei quali i viola hanno raccattato cinque vittorie (contro Atalanta, Chievo, Palermo e due consecutive col Siena) e sei pareggi (contro Roma, Bologna, Cesena, Inter, Napoli e Milan, quello di oggi). Nessuna sconfitta dunque. Un dato che ha del clamoroso, visto e considerato che questo trand va avanti da quattro anni.

La seconda nota positiva di giornata ha due nomi: quelli di Marvin Compper ed Adem Ljajic. Il primo, gettato nella mischia dopo la sostituzione di Savic per infortunio, si è calato a freddo nell'intensità del gioco, disputando un'onestissima partita contro uno degli attacchi più forti d'Italia. Il secondo, forse il dato davvero più confortante, si è caricato l'intero attacco sulle spalle nel secondo tempo, ha creato scompiglio nella retorguardia del Milan non fermandosi un istante ed ha procurato con una meravigliosa serpentina il rigore che ha riaperto la gara. L'ennesimo segnale importante da parte di un ragazzo che sta crescendo a vista d'occhio e che la Fiorentina ha ferma intenzione di blindare. Ramadani permettendo.

Terza ed ultima nota positiva è indiscutibilmente il pubblico: 40.000 anime che hanno riempito gli spalti dell'Artemio Franchi e che hanno incitato dal 1' fino al 90' la squadra verso il punto del pareggio, un risultato davvero incredibile sono fino a trenta minuti dalla fine. Un catino pieno come quello di oggi non si vedeva forse dai tempi della Champions League. Una competizione in cui forse, alla fine, la Fiorentina non ritornerà, ma della quale lo stadio - quest'oggi - ha dimostrato di poter ampiamente far parte.