PSICOLOGO A FV, Rossi? Europei stimolo ma...
Fabio Cola, psicologo dello sport che in Serie A ha avuto modo di lavorare con Parma insieme a Cesare Prandelli e Cesena, ha parlato in esclusiva a Firenzeviola.it, a margine della presentazione del libro "Vuoto a Vincere" scritto con i giornalisti Alessandra Giardini e Giorgio Burreddu, presentato oggi al Museo del Calcio a Coverciano. Una squadra come la Fiorentina come può superare mentalmente due sconfitte pesanti per la stagione e gli obiettivi viola come quelle con Juve e Carpi? “Il lavoro dell’allenatore in questi giorni sarà quello di far aiutare ad emergere una soluzione a quello che è accaduto. Non è detto che tutti gli eventi all’interno di una sconfitta siano dannosi: spesso ti mettono davanti a cose che non vanno e ti aiutano a crescere. Ed è importante che sia accaduto a questo punto della stagione perché sono situazioni rimediabili, almeno per quanto riguarda il campionato. Bisogna fare diagnosi e capire cosa è accaduto: è solo da dentro che però si trovano le soluzioni. Sousa non è superficiale su questi temi e credo che troverà una soluzione. Lui allena non solo i giocatori da un punto fisico ma anche mentale”.
Quant’è utile lavorare sull’aspetto mentale dei giocatori in Serie A, così come fa abitualmente Sousa, sensibile a questo aspetto? “Tutti gli allenatori tengono conto sempre più dell’aspetto mentale dei giocatori e nel professionismo non puoi prescinderne e non tenere conto delle caratteristiche umane e relazionali dei giocatori, della loro condizione mentale oltre che fisica e dei loro problemi nello spogliatoio e fuori. Oggi nelle squadre di calcio ci sono tantissimi preparatori, 40 anni fa non era così, così sarebbe importante che gli allenatori si rivolgessero a dei professionisti anche per questo aspetto”.
Come valuta la situazione relativa a Giuseppe Rossi? “Conta molto l’aspetto psicologico per tornare ai suoi livelli: il “gioco o non gioco” conta fino ad un certo punto. Bisognerebbe chiedere al giocatore cosa si sente e quando pensa di sentirsi realizzato. Un giocatore non può lavorare solo pensando a quando farà gol ma deve pensare ad un processo di preparazione psicologica nel relazionarsi con i compagni e la città. Spesso il desiderio forsennato di essere protagonista gioca brutti scherzi: c’è il rischio così di fare una prestazione insoddisfacente” Un allenatore però ha diversi criteri nello scegliere i giocatori, tra condizione fisica, disciplina tattica e rapporto di fiducia con i compagni e non sappiamo quale sta guardando in particolare ora il tecnico viola.
Avere un obiettivo come quello di andare agli Europei è uno stimolo o un handicap per lui? “Sicuramente è uno stimolo ma se è un desiderio troppo accelerato si rischia di danneggiare le altre parti. La voglia di tornare a giocare riduce il tempo di recupero. Solo Rossi ed il suo allenatore possono sapere cosa gli accade. Rossi è ancora nel pieno della sua carriera, c’è ancora molta voglia di vincere in lui: non penso soffra di un “vuoto a vincere”.