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PUBBLICITÀ REGRESSO

di Pietro Lazzerini

La partita tra Sampdoria e Fiorentina è stata una delle più belle e interessanti del weekend, ma nel racconto finale della stagione, quando si tornerà a parlare di questa domenica, il pensiero andrà tutto alle frasi di crudo realismo rilasciate nel post gara da Paulo Sousa. "Questa non è la mia squadra - è stata la dichiarazione più forte, ma anche - Non è costruita per l'Europa". Un paio di bordate, indirizzate alla società e a Corvino, che hanno alimentato l'adrenalia del dopo gara e acceso una nuova polemica nel momento in cui tutti pensavano a fare i conti per il rush finale in chiave Europa. 

L'ennesima dimostrazione che tra allenatore e dirigenti, il feeling sia sempre stato pessimo e che il sopportarsi sia sempre stato il primo obiettivo. Di solito una squadra funziona quando il tecnico ha piena sintonia di intenti e strategie con chi costruisce la rosa, l'annata storta vissuta dalla Fiorentina, è probabilmente figlia proprio di questa iniziale mancanza. Dal famoso 'patto del baccalà' dello scorso luglio, le parti non si sono mai realmente avvicinate e ciò che è avvenuto durante la stagione è la fotografia di un rapporto poco sereno e che ha portato più danni che benefici. 

In passato, i grandi dirigenti e i grandi allenatori, nel momento della 'crisi coniugale' hanno sempre preferito lavare i panni sporchi in casa. Non è un obbligo quello di diventare amici, soprattutto quando si parla di professionisti e di lavoro, ma ciò che si deve vedere dall'esterno è comunque una comunione di intenti che porti ai migliori risultati possibili. Questo realismo quasi tafazziano portato avanti da Sousa nel corso della stagione, a ogni uscita pubblica, non fa bene all'ambiente e soprattutto è un cattivo sponsor per chi, non con poca fatica, sta cercando il suo sostituto in vista del prossimo campionato. Corvino sta sondando, chiamando, cercando, una strada che porti alla scelta del nuovo tecnico nel minor tempo possibile. I continui attacchi di Sousa però, stanno facendo una pessima pubblicità al comparto tecnico, con gli occhi di tutti gli allenatori interessati, sempre un po' dubbiosi verso ciò che accade all'interno della società viola.

Per le prossime sette giornate sarebbe auspicabile toni più pacati, non tanto perché è fastidioso anche per i tifosi dover pensare alla propria squadra con questa continua tensione interna, ma soprattutto perché finché l'obiettivo sarà a portata e finché il futuro non sarà designato, ogni parola fuori posto potrà essere usata 'contro' la stessa Fiorentina.