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PUNE CITY, LA STAGIONE DEI PIONIERI ARANCIO-VIOLA

di Matteo Baldini

Un giglio viola ed arancione sul simbolo di una società indiana. Queste le peculiari premesse di un legame inatteso e curioso tra la Fiorentina e la neonata Indian Soccer League, primo passo per la crescita di un solido movimento calcistico in India. Il Pune City FC, con le sue maglie arancio-viola, ha rappresentato fin da subito, almeno sulla carta, l’opportunità per la Fiorentina stessa di rafforzare il valore del proprio nome in un Paese pronto a scoprire il calcio in tutte le sue sfaccettature, marketing compreso, con l’intenzione di rendere sempre più internazionale il marchio e di cogliere il meglio dalla globalizzazione calcistica (scoprendo, chissà, anche nuovi talenti).

Non è l’unico progetto ad ampio raggio della società viola, già avviate in tal senso collaborazioni negli Stati Uniti ed in Svizzera, ma per certi versi l’esperienza indiana rappresenta la più stimolante: ad affascinare, per prima, è stata la scelta di puntare su ambasciatori provenienti dal calcio europeo con l’intento di dare credibilità e visibilità ad un campionato ancora da testare. I primi semi in un territorio inesplorato sono stati dunque portati dai vari Trezeguet, Katsouranis e Pennant (per citare le punte di diamante del Pune City)  e da Franco Colomba, guida ideale con la sua esperienza per affrontare questo nuovo percorso. Un percorso partito in salita e non senza timori e difficoltà: se dal punto di vista organizzativo il campionato (14 giornate tra il 14 ottobre ed il 9 dicembre) ha dato risposte confortanti, come confermato anche dallo stesso Colomba, è stato il lato del calendario a destare le maggiori perplessità. Impegni ravvicinati, con partite ogni 3-4 giorni, e poca possibilità per recuperare hanno infatti creato difficoltà alle otto società impegnate nella ISL. Per quanto riguarda il cammino del Pune i risultati, già dalle prime battute, non hanno pagato: le prime due giornate hanno visto Colomba i suoi incappare in un pareggio a reti inviolate e nel pesante 0-5 contro il Mumbai City (vendicato poi con il 2-0 del ritorno). Nonostante il segnale positivo contro l’FC Goa, 2-0 firmato da Katsouranis e da Trezeguet, la continuità di risultati non è mai arrivata e la squadra arancio-viola non è riuscita a qualificarsi ai playoff, sconfitta all’ultima giornata dal Kerala Blasters FC (poi finalista e battuto dall’Atletico di Calcutta campione), con uno score finale costituito da 4 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte. Il sesto posto non ha comunque demoralizzato il gruppo, la priorità fin dall’inizio era chiara: porre le basi per rendere più solido il progetto e per testare, in qualche modo, la formula del campionato indiano. Lavori in corso, dunque, guardando al futuro.

Comunque proceda, nei prossimi anni, l’ambizioso progetto resterà il segno dei pionieri italiani della Indian Super League:  Belardi, Cirillo, Magliocchetti e Davide Colomba, figlio del tecnico Franco. Nella speranza che questo nuovo movimento non si riduca ad una dorata pensione per vecchi campioni, assumendo negli anni credibilità ed un sempre maggiore riconoscimento internazionale e fornendo, magari, spunti e nuovi talenti nati in territori fin qui esterni al radar del calcio che conta.


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