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PURPLE RAIN

di Tommaso Loreto

Piove. Nemmeno poco. Le previsioni meteo davano in arrivo acqua a catinelle per l'anticipo del sabato al "Franchi". Eppure a un'ora dal fischio d'inizio l'aria era persino afosa. Umida sì, ma con sprazzi di sole. Insomma a guardarlo bene il cielo, non prometteva lampi e fulmini. Certo...se le previsioni annunciavano pioggia un motivo ci sarà pur stato. E sul finale di Fiorentina-Lazio le peggiori previsioni hanno cominciato a prendere corpo. Lampi, tuoni, pioggia. Piove in casa Fiorentina. Piove sul bagnato. Una "Pioggia viola" preoccupante.

E chi se l'aspettava una partenza così. Francamente se è spiazzato Mihajlovic, figuriamoci i tifosi della Fiorentina. Una squadra vuota, stanca, sulle gambe, senza idee ma soprattutto senza il minimo piglio. Perchè puoi anche perdere, sia chiaro, ma non giocando un secondo tempo come quello contro la Lazio. Così come non puoi disputare i 45 minuti iniziali di Lecce. La squadra vista in campo è di certo troppo brutta per essere vera. Ma, purtroppo, se tre indizi fanno una prova, oggi come oggi la Fiorentina è questa. Un punto raccolto su due gare interne e una in trasferta a Lecce, del resto, questo racconta.

Serve una profonda riflessione interna allora. I tifosi pagano per venire allo stadio, e questo dà loro la suprema scelta del giudizio. E se la Fiorentina gioca come ha fatto questa sera hanno tutto il diritto di farsi sentire, di fischiare e persino di chiedere vita più regolare ai calciatori. Perchè se è vero che il ritiro estivo era soltanto 5 o 6 settimane fa, è altrettanto vero che a tratti stasera sembrava di vedere la stessa Fiorentina di fine campionato scorso. Sfinita da mille impegni e senza più bussole al suo interno.

Manca un leader, manca uno spirito di gruppo e, ancor peggio, manca una squadra che rispecchi il carattere e le richieste del mister. Mihajlovic deve evidentemente ancora inserirsi del tutto nello spogliatoio orfano di Prandelli. Ma le questioni sono due: o i suoi ragazzi non riescono a capirlo, o non lo vogliono capire. Se a marzo scorso si diceva che Prandelli non tenesse più in mano il gruppo, perchè lo stesso sembra accadere anche oggi?

Serve che tutta la Fiorentina, in questo momento, riveda la propria applicazione, il proprio attaccamento, la propria dedizione. Dai giocatori in campo fino alla proprietà che (ormai lo ripetiamo da mesi) potrebbe e dovrebbe lanciare ben altri messaggi rispetto alla salute di bilancio, o alle utopie delle Cittadelle. Magari tornando ulteriormente presente con una figura precisa nel ruolo di presidente. Anche perchè,  fra l'altro, accantonare la "Cittadella" significa accantonare del tutto ogni minimo sogno di gloria. Come a dire, l'ennesima bastonata su un un morale generale già basso. Sottoterra.

Basta vedere, infondo, cos'era stasera lo stadio. Tutto fuorchè il catino stracolmo di viola pronti a sgolari. I tifosi, che scioperano raramente negli stadi nonostante non guadagnino quanto i calciatori, meriterebbero di sognare. Almeno allo stadio. Poi è chiaro che la realtà impone ben altri traguardi, ma almeno lasciamoli sognare. Invece, ormai da mesi, nemmeno vedono più vincere la loro squadra. E' troppo pretendere, in questa valle di lacrime, un pizzico di rabbia agonistica in più da una rosa che ha conservato tutti i suoi campioni, e una proprietà che infonda all'allenatore e al suo gruppo la voglia di vincere di un'intera città?