QUALCOSA È CAMBIATO
Ventitré partite dopo (21 di Serie A e 2 di Coppa Italia), la Fiorentina cambia ancora una volta guida tecnica, e riaccoglie in panchina Giuseppe Iachini, con lo stesso compito richiestogli all'inizio della prima esperienza viola: portare in salvo la Fiorentina. Oggi il primo allenamento del suo nuovo corso, e se il suo successore Prandelli è riuscito a migliorare il gioco ma non i risultati (anzi, la sua media punti è inferiore) a Iachini va esattamente l'incarico opposto: almeno fino a giugno conta solo mettere più fieno possibile in cascina, non come. Rispetto al novembre scorso, quando fu esonerato, la situazione che oggi ritrova presenta notevoli lati di differenziazione rispetto a come l'aveva lasciata, e non solo per i volti nuovi di Kevin Malcuit e Aleksandr Kokorin (e quelli di Lirola, Duncan e Cutrone che invece non ci sono più).
Oltre alla veste tattica, che da un 3-5-2 di stampo ultra-iachiniano aveva visto poi invece Prandelli virare di recente su un 4-4-2, il riferimento va soprattutto ad alcuni dei singoli in forza alla rosa viola. Il primo non può che essere Dusan Vlahovic: con Prandelli, che non ha mai esitato nel metterlo sempre e comunque titolare, il serbo ha trovato la sua consacrazione, e ben undici dei 12 gol che ha messo a segno in questa Serie A. Con Iachini la sua titolarità non è mai stata una certezza, inizialmente il tecnico sembrava infatti aver puntato su Christian Kouame. L'ivoriano, nonostante la precedente avventura in comune al Genoa, non ha beneficiato dell'ingresso di Prandelli, invece: titolare alla prima (una pessima prova da esterno destro col Benevento), man mano è andato a sparire. Un po' com'era stato invece per Valentin Eysseric con qualsiasi degli ultimi allenatori viola eccetto appunto Prandelli: il francese è senza dubbio tra i grandi rivitalizzati, e chissà che con Iachini non possa fare come il Ghezzal della stagione scorsa, utilizzato da interno offensivo di qualità nel 3-5-2. Chi deve qualcosa a Prandelli, pur partendo da basi differenti, è anche Lucas Martinez Quarta: il centrale argentino, così come Igor prima di lui e dell'infortunio, è stato inserito come titolare - e più tolto - proprio dall'ormai ex tecnico.
Chiusura infine sui centrocampisti: se da un lato Erick Pulgar, che comunque era scudiero di Iachini l'anno scorso, ultimamente sembrava tornato su buoni livelli, discorso differente per Gaetano Castrovilli e Sofyan Amrabat. Il primo lamentava una certa discontinuità di rendimento, il secondo di utilizzo, forse pure per non meglio precisati screzi col fu allenatore. Due che difficilmente non saranno fedelissimi di Iachini, un po' come quel Cristiano Biraghi uscito di recente dalle gerarchie anche per problemi fisici: ma di Giacomo Bonaventura, per esempio, cosa ne sarà? Jose Maria Callejon, da lui richiesto? Una serie di domande che attendono risposte, prevalentemente tecniche. Per lavorarci, il rientrante allenatore avrà a disposizione una decina di giorni, poi sarà già tempo di scendere in campo per il primo impegno ufficiale del Iachini 2.0.