QUALI TRAGUARDI?
Il più delle volte, è necessario immaginare prima il traguardo da tagliare. Perchè altrimenti il rischio è quello di correre a testa bassa senza riuscire a focalizzare l'obiettivo. E, alla lunga, sentire il fiato sempre più corto e le gambe sempre più pesanti. La Fiorentina, forse, negli ultimi 30 mesi si è sentita proprio così. Esclusa ingiustamente dalle regine d'Europa, la vecchia Viola di Prandelli è crollata sotto i colpi a distanza fra dirigenza e tecnico mentre una lunga storia d'amore si andava chiudendo.
Ma l'arrivo di Mihajlovic non sembra aver cambiato più di tanto le carte in tavola. La squadra, più o meno confermata in toto nell'ultima finestra estiva e ritoccata soprattutto nel ruolo dei portieri a gennaio, non si è mai del tutto ripresa da quel vuoto d'idee che le ha fatto mancare prima gioco, e poi risultati. Morale della favola un finale di stagione privo di obiettivo e raggiungimenti, con conseguente delusione generale.
Se, dagli errori, è sempre necessario imparare la lezione, l'auspicio diventa allora quello di evitare, per il futuro, il ripetersi di talune situazioni. E, su tutte, la mancanza di un obiettivo chiaro e perseguibile per la Fiorentina che verrà. L'Europa League? La rincorsa al terzo posto? (la Champions, altrimenti, resterà una chimera) o ancora un campionato di assestamento aspettando che le pianticelle viola crescano rigogliose e sempre più forti? Ci auguriamo che la risposta, allora, arrivi a fine mese. Quando in Fiorentina si farà il punto, e si deciderà verso quale direzione correre. Evitando, ancora una volta, di correre a testa bassa.