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QUANDO IL JORKO SI FA DURO

di Alessandro Di Nardo

Più del piattone con cui al 94' buca Dibusz, più della consueta esultanza "coi brividi", c'è un'istantanea da cui la seconda vita di Jonathan Ikoné in viola può ripartire. È quella corsa disperata e all'apparenza inutile, al 96', ad evitare una rimessa laterale con un'estirada disperata. Un gesto all'apparenza futile per l'appunto che però appare in netta discontinuità rispetto a quanto ci ricordavamo -ai movimenti compassati e alla postura indolente- e per questo può raccontare il manifesto del nuovo Ikoné.

Non segnava dal 25 maggio scorso il numero undici; l'ultima volta sempre al Franchi, con la Roma, sempre nella stessa porta: a distanza di quasi cinque mesi uno dei più chiacchierati dell'estate fiorentina -dopo un'estate nebulosa, tra le presunte sirene arabe ed un infortunio all'anca che lo ha tenuto ai box per una cinquantina di giorni - torna ad esultare con la freeze move di Trae Young; stessa porta, stessa esultanza, ma un giocatore nuovo, per lo meno nel look e nel nome dietro la schiena. Non più Ikoné ma Jorko; dal cognome al soprannome usato sui social, anche questa -forse- una dichiarazione d'intenti sulla necessità di cambiare.

I diciassette minuti del talento di Bondy sono un messaggio di speranza (o illusione, lo vedremo più in là) per i tifosi viola che nonostante il grigiore del suo primo anno e mezzo in Italia sono ancora pronti a giustificare i 15 milioni sborsati al Lille nel dicembre 2021 - sono un messaggio di speranza soprattutto per Vincenzo Italiano, alla disperata ricerca di un altro attore protagonista sulla trequarti da affiancare a Nico. L'assaggio di quanto visto contro il Ferencvaros necessita conferma, magari a partire già da domenica contro il Napoli, dove Gonzalez dovrà verosimilmente limitarsi ad un impegno part-time. Dopo in cui è stato inghiottito negli ultimi mesi, la Fiorentina riabbraccia Ikoné - o meglio - accoglie Jorko.