QUANDO IL LAVORO PAGA
Quando si dice che il lavoro paga. Nella vita, come nel calcio. Perché nella Fiorentina, di esempi come questo, ce ne sono eccome. E ieri, contro il Palermo, la dimostrazione si è palesata agli occhi di tutti. Joaquin e Pasqual, portatori di correttezza ma soprattutto, in quest'ultimo caso, di gol e assist. Decisivi, tra l'altro. I due esterni viola contro la squadra di Iachini hanno fatto il bello e il cattivo tempo, fornendo una prestazione maiuscola. Due casi simili, anche se con i necessari distinguo.
La situazione di Manuel Pasqual, del resto, è quantomai curiosa. Un campione tanto attaccato alla maglia quanto sfortunato. L'infortunio di novembre con l'Italia di Conte lo aveva escluso dal gruppo dei titolari di Montella proprio quando l'allenatore viola stava iniziando a sperimentare il cambio di modulo (col passaggio al 3-5-2), un assetto che lo avrebbe visto probabilmente protagonista. E dopo quarantacinque giorni in infermeria e a quasi due mesi di distanza dall'ultima partita da titolare (era il 29 ottobre, guarda caso l'ultima vittoria viola in casa), il capitano è riuscito a dare un segnale forte, come mai forse era riuscito a dimostrare. Lavorando in silenzio, senza lamentrarsi. Da professionista serio. Adesso il futuro (immediato) potrebbe davvero cambiare, con la titolarità di Alonso messa a dura prova. Anche perché a Firenze Pasqual ci resterà sicuramente fino a giugno, mese in cui dirigenti e procuratore discuteranno del suo futuro (il limite di presenze in maglia viola da raggiungere esiste, ma non è vincolante).
Su Joaquin, d'altra parte, basterebbe prendere ad esempio le parole dello stesso Montella, di fatto il suo primo estimatore da quando lo spagnolo si è calato alla perfezione nel ruolo che gli chiedeva il tecnico con dedizione e sacrificio. Un modello per i compagni, che però è anche in grado di andare oltre: il suo apporto sul campo, concreto, è di quelli di primo livello. Anzi, potremmo tranquillamente dire che al momento Joaquin rientra in quel gruppo di giocatori assolutamente decisivi per il gioco della Fiorentina. E considerando la sua esclusione durante tutta la prima parte di stagione, non resta nient'altro che alzarsi in piedi e battere le mani.