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QUANDO LA DIECI NON FA LA DIFFERENZA

di Dimitri Conti

Il punto di partenza è la faccia sconsolata di Giancarlo Antognoni in tribuna al Ferraris. Oltre che club manager, quest'ultimo è anche la più grande bandiera nella storia della Fiorentina, nonché il più illustre rappresentante del numero 10 portato su una maglia da calcio colorata di viola. Chiaramente Antognoni era deluso per la prova generale della squadra, ma narrativamente è perfetto immaginarlo osservare con sconforto l'ennesima prova grigia di Eysseric, schierato peraltro fuori ruolo. Il francese finora non sta riuscendo ad onorare con le sue prestazioni il peso del numero di maglia che indossa. Il 10, appunto.

Per la Fiorentina sembra essere un infelice trend del ventunesimo secolo quello di avere dei numeri 10 non in grado di fare la differenza. Con una sola grande, e magnifica eccezione, quella rappresentata da Adrian Mutu. Con altre parentesi più piccole ma comunque felici, si veda quella di Alberto Aquilani. Mutu fu portato a Firenze da Corvino, lo stesso che oggi manovra il mercato gigliato e che ha, rovesciando l'inquadratura, portato anche i non indimenticabili Ruben OliveraSanti Tanque Silva. Uscendo dal recinto ideologico intorno al Corvo, ci sono comunque altri esempi di numeri 10 che non hanno inciso nel XXI secolo gigliato, come ad esempio Domenico Morfeo, che a Firenze visse di certo la sua esperienza peggiore in carriera, o successivamente Hidetoshi Nakata, che finì presto in panchina e non segnò neanche una rete in riva all'Arno. Anche Maspero e Nicodemo sono iscritti alla lista dei 10 meno blasonati del nuovo millennio,che segue, anche se è doveroso ricordare che nei loro anni si disputavano i campionati di B e C2.

Valentin Eysseric (2017 > )
Ruben Olivera (2011/2012)
Santiago Silva (2011/2012)
Hidetoshi Nakata (2004/2005)
Riccardo Maspero (2003/2004)
Attilio Nicodemo (2002/2003)
Domenico Morfeo (2001/2002)